La Roma si mostra piccola dinanzi ad una Juventus non irresistibile ma molto concreta e solida in difesa. Le fotografie delle partite sono sostanzialmente due: l’ex Benatia che in una selva di gambe indovina la zampata vincente che batte un superbo Alisson, ma soprattutto il gol sbagliato da Schick e, beffa delle beffe, la conseguente parata di Szczesny (altro ex del match insieme a Pjanic), che manda in frantumi i sogni scudetto della squadra di Eusebio Di Francesco. All’Allianz Stadium la Roma ha avuto almeno 4-5 palle gol ma la concretezza, rispetto ai bianconeri, è merce rara.

La Roma ha provato a fare il suo gioco ma, come ultimamente accade, la manovra è apparsa farraginosa e lenta. Manca un regista di centrocampo che possa dettare i tempi (De Rossi ci ha provato ma con scarsi risultati). A destra El Shaarawy è sembrato molto evanescente e Perotti non al top della condizione. Così, la catena di sinistra, dove la Roma di solito costruisce il proprio gioco, trova in Cuadrado un muro invalicabile che, di fatto, ha fermato le offensive di Kolarov e del numero 8 giallorosso.

Nemmeno con gli ingressi di Schick e di Under le cose sono cambiate. Se il giovane turco è apparso ancora una volta avulso dagli schemi di Di Francesco, il ceco ha avuto un’occasione d’oro che ha puntualmente sbagliato a tu per tu con Szczesny. Il centrocampo, tuttavia, non ha fatto il suo solito lavoro: Strootman è sembrato sottotono e Nainggolan imbrigliato in un sistema di gioco che digerisce poco, nonostante l’impegno profuso sia massimo. E se la Roma non gira a pieno regime in tutti i suoi reparti, ma soprattutto non segna, diventa difficile portare a casa i risultati.

Il Natale della Roma è da dimenticare: fuori dalla Coppa Italia e fuori dal giro scudetto in meno di sette giorni. Evidentemente le fanfare dei venditori di fumo si sono affievolite e, con Monchi che proclama di non fare mercato, l’obiettivo minimo stagionale è il quarto posto e passare gli ottavi di finale di Champions League. Sempre che si riesca a superare il problema del gol che, oggi come non mai, è un mistero a cui forse solo Di Francesco saprà dare risposta. Anzi: deve.



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