Editoriale
Roma, quando la colpa è sempre dei giornalisti: un modus operandi per spostare l’attenzione
Cambiano le proprietà, i direttori sportivi, i direttori generali e chi più ne ha, più ne metta, ma la colpa è sempre e solo dei giornalisti. Come se gli spifferi da Trigoria non uscissero e come se le indicazioni sul mercato di qualche procuratore non vengano date in pasto alla stampa e ai media. Questo è un modus operandi che abbiamo già vissuto con la precedente gestione e che, francamente, ci ha rotto i cosiddetti. C’è il direttore sportivo di turno che viene sempre travisato dai media, questa ‘cattivona‘ stampa romana che mangia allenatori e non fa lavorare tranquilla la squadra. Ormai ci eravamo abituati e ce ne eravamo quasi – per fortuna – dimenticati. Ma ora torna di moda: la colpa è della stampa. E i tifosi ‘boccaloni‘ ci credono. Ma è soltanto l’alibi dei perdenti.
Si sussurra, per esempio, che Mourinho sia molto divertito dal fenomeno delle radio romane. Ma non le ascolta. Lui, abituato alla baraonda di Madrid, che dopo appena un pareggio o una vittoria striminzita criticano aspramente tutto e tutti, il fatto che esista il fenomeno radiofonico romano, con qualche speaker improponibile peraltro, lo stuzzica. Al contrario di Capello, che non amava le radio romane e faceva distinzioni tra ‘localle o nazionalle‘, Mourinho si diverte. Ognuno è libero di esprimere la propria opinione, poi sta alla gente condividere o meno il pensiero del giornalista di turno.
Oltre a ciò, è incomprensibile come siano usciti per opera dello spirito santo i nomi di Xhaka, Kamara, Danilo Pereira, Grillitsch (e non solo questi) tutti contemporaneamente sui giornali e nel medesimo momento. Qualcuno, in fondo, l’avrà indicato. E sappiamo anche chi. E’ ancor più incomprensibile come un general manager, invece di parlare di mercato, attacchi – seppur con garbo – i giornalisti che avevano creduto a quello che diceva qualcuno da Trigoria. Un gioco di parole, di detti e non detti, che obiettivamente ha stancato.
Così come è stucchevole che un general manager, a precisa domanda, dica: “Zaniolo? Nessuno può dire se rimarrà alla Roma o meno il prossimo anno”. Parole non dell’amico del cugino del pizzicagnolo sotto casa, ma di Tiago Pinto, emanazione diretta dei Friedkin. Nel nostro piccolo, Romagiallorossa.it dopo la sua conferenza stampa ha cercato di saperne di più dall’agente del giocatore. Risposte? Zero. Abbiamo chiesto la posizione dell’entourage del giocatore e di Zaniolo stesso, oltre al presunto interesse della Juventus, proprio per fare chiarezza. Cosa è successo? Assolutamente nulla. Tutti si trincerano dietro il silenzio. E allora, come spesso capita, ci si ricama sopra. Le radio commentano, i tifosi si sfogano sui Social (perchè ormai le rivoluzioni si fanno nella piazza virtuale e non in quella reale). Poi ci sono i tifosi che insultano i giornalisti per le dichiarazioni quantomeno ‘fumose’ di Pinto. Cose da pazzi scatenati. Forse il Green Pass e le restrizioni hanno dato alla testa a qualcuno.
Eppure dopo la conferenza stampa di ieri di Tiago Pinto, si è fatta ancor più confusione di quella che c’era prima. Risultato? Il caos più totale. In tutto questo c’è il Genoa sabato pomeriggio. Mourinho isolerà la squadra dalle polemiche e intanto i tifosi se la prenderanno con i giornalisti rei, secondo loro, di non fare il bene della Roma. Un gioco tipicamente pallottiano per spostare l’attenzione sugli errori che qualcuno, forse, ha commesso. D’altronde sono anche loro americani. Ma qui siamo in Italia e deve ancora nascere chi vuole prendere per i fondelli i romani.
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