“Quando cresci in una squadra in cui sei praticamente nato, i tuoi familiari fanno tanti sacrifici. Il mio pensiero va a loro”. Parole di Edoardo Bove, dopo la magica serata di sabato all’Olimpico, scrive Il Messaggero. Il giovane centrocampista, autore della rete del 2-2 della gara con il Verona, ha festeggiato proprio in famiglia la prima rete in serie A. 

Lo ha fatto subito dopo la partita, in un ristorante in via dei Gracchi, con cena a base di amatriciana insieme a papà Giovanni e mamma Tanya. Ma anche con un ospite speciale, il presidente della Boreale Donorione, Leandro Leonardi, che l’ha scoperto e visto nascere, non solo calcisticamente. “È stato lui a volere questa cena perché voleva festeggiare insieme ai genitori. Con la famiglia Bove siamo amici da vecchia data e per questo mi trovavo lì”, rivela il numero uno dei club più antichi di Roma.

La prima maglia, naturalmente, è stata quella della Boreale, dove non è rimasto a lungo. “Sono stati Bruno Conti e Stefano Palmieri a notare Edoardo e le sue doti calcistiche. Ne sono rimasti impressionati e così lo hanno portato alla Roma”. Dove è arrivato nel 2012, scalando tutte le categorie giovanili del club giallorosso, fino a sbarcare in prima squadra con un tecnico speciale com’è Mourinho.

“Edoardo è un ragazzo molto riservato, ma ha una maturità e una intelligenza che pochi hanno alla sua età. In fatto di determinazione, poi, non gli manca davvero nulla. D’altronde, sono state anche queste doti a portarlo in alto”, sottolinea ancora il numero uno della Boreale. Cresciuto nel quartiere Appio Latino, ha frequentato il liceo all’Istituto Massimo dell’Eur, mentre ora che ha finito il liceo sta seguendo il corso di Laurea in Economia e Management all’Università Luiss Guido Carli.



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