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Mourinho: “La Roma è piccola agli occhi del potere”
«Non voglio commentare. Parliamo della partita, ma non del gol, del cartellino rosso e di qualche reazione di Nicolò». Josè Mourinho lo ripete un’altra volta, così dagli studi televisivi provano a farlo argomentare sugli sviluppi della partita, scrive il Corriere dello Sport.
Ma alle altre domande, in fondo, non gli interessa neanche tanto rispondere, quindi alla prima occasione ci torna. E il suo è un crescendo, diventa quasi difficile fermarlo. Il gol annullato a Zaniolo, la sua esagerata espulsione, portano l’allenatore della Roma a una serie di riflessioni che faranno discutere nei prossimi giorni.
Mourinho parte come se dovesse fare un’analisi, poi il suo diventa un vero e proprio sfogo: «Non esiste coerenza arbitrale. Se il signor Abisso non ha sbagliato, ha seguito le linee guida superiori. Il calcio si sta trasformando, è un altro sport, non è più calcio. Se è così non si può dire che il Var ha sbagliato. Ma se invece hanno sbagliato, per me è un dejavu. E non è la prima volta da inizio stagione. Non mi è mai capitato di dover commentare gli errori arbitrali in favore della Roma. Solo quelli contro».
Dopo le prime parole soft davanti alle telecamere, sprigiona la sua rabbia in conferenza stampa, confermando ancora una volta di essere un ottimo comunicatore: «Il calcio inventato tanti anni fa, il gioco del popolo e che il mondo ama, è cambiato. È un altro sport, il calcio di una volta non c’è più. Se quello è un fallo, il gioco non è più lo stesso, non è più il calcio. Dobbiamo trovare un altro nome, non chiamiamolo più calcio, football o soccer come dicono in America».
Mourinho, che probabilmente al termine della partita si è consultato con Calvarese, il nuovo consulente arbitrale giallorosso, ha ammesso: «Abisso ha diretto una buona gara, ma resta l’amarezza che agli occhi del potere la Roma è piccola. Come si può cambiare questa cosa? Non lo so». Una riflessione che ricorda da lontano le battaglie di Zeman, più di venti anni fa. «Zaniolo è un giocatore creativo, non ha preso un rigore per tutta la stagione, non gli fischiano falli contro, prende un giallo ogni volta che apre bocca… Vi pare normale che uno come lui abbia sette cartellini gialli e due rossi? Se Nicolò giocasse con Juve, Milan o Inter sarebbe stata la stessa cosa? Zaniolo è stato espulso perché ha detto tre volte “che c… hai fischiato?” all’arbitro. Non ha insultato nessuno, non ha insultato lui, o la mamma, cosa che in campo facciamo tutti».
Torna su Abisso e pronuncia parole dolci: «Non ho nessun risentimento nei suoi confronti, ho parlato fino a poco fa con lui nello spogliatoio. Gli ho detto: “se sono l’arbitro capisco la frustrazione del gol annullato al 90′, non al 5′. Tu gli dai il giallo, gli dici zitto ho fischiato ed è finita la storia”. Quel rosso Lautaro, Ibra o Chiellini in casa loro non lo avrebbero mai preso. Serve sensibilità, maturità. Ecco, serve maturità anche tra gli arbitri. Questo siamo noi, siamo piccolini». Una frase pesante, sulla quale i Friedkin dovrebbero riflettere. E ancora sull’arbitro, senza infierire: «Secondo me Abisso, se dimentico questo episodio, ha fatto una buona partita. Non ha sbagliato lui, hanno sbagliato i dottori che decidono le regole». Mourinho è convinto che Zaniolo non subirà una lunga squalifica: «No, perché non ha fatto niente. Ha solo detto “che c… hai fischiato tu”. Decideranno i dottori del calcio».
L’amarezza è tanta e va oltre: «Ripeto, non ho nessun sentimento negativo nei confronti di Abisso. Ma serve un po’ di maturità, una parola che mi piace perché ieri in conferenza l’ho ripetuta 50 volte (ride. n.d.r.). Una cosa è sentire quelle parole da un giocatore al 5′, un’altra è sentirle al 90′ dopo un gol annullato. Serviva maturità e sensibilità. Ora Nicolò sarà squalificato e andiamo di nuovo nella stessa direzione. A noi è successo tante volte, con gli arbitri che hanno sbagliato».
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