Josè Mourinho

AS ROMA NEWS INTER MOURINHO – Josè Mourinho, allenatore della Roma, ha commentato la sconfitta dei giallorossi per 2-0 contro l’Inter in campionato. Queste le sue parole:

MOURINHO A DAZN

L’abbraccio a fine partita.
“Ho detto loro che sono orgoglioso di loro. Molti di loro hanno fatto uno sforzo incredibile, chi ha giocato con una gamba, chi con una frattura intercostale e con un’infiltrazione per non avere tanto dolore. Ho ringraziato anche i ‘bambini’ che hanno contribuito. Poi ho ringraziato anche lo stadio, è incredibile. Il rapporto con la squadra è fantastico. La sconfitta è sempre dura, ma vado a casa tremendamente orgoglioso. Domani avranno il giorno libero, io sarò al Tre Fontane a vedere la Primavera e giovedì saremo all’Olimpico”.

Recupererà qualcuno per giovedì?
“Non sono ottimista. Abbiamo giocato contro la squadra più forte di Italia, che è in semifinale di Champions. 5/6 giocatori sono stanchissimi come Pellegrini, Mancini e Cristante, altri sono infortunati come Dybala e Belotti. Quando sono arrivato Bove sarebbe dovuto andare in prestito alla Triestina, invece oggi ha fatto questa partita contro l’Inter. Sono molto felice al di là del risultato. Dopo ci sono episodi della partita, se la società vuole parlarne lo faccia, io non lo farò. Sono stato distrutto e attaccato per la mia etica ed educazione, ma mi dà un po’ di gioia perché sono stato attaccato da una persona che è stato squalificato per 3 anni per calcioscommesse”.

MOURINHO IN CONFERENZA STAMPA

Ha fatto nuovamente riferimento alla società sul concetto di ‘dovrebbe intervenire’. È deluso dal comportamento o non comportamento della società? 
“No, la società è la società. Lavoro per la società e faccio il mio meglio. Se entro nella direzione che qualche volta sono un po’ stanco di fare tanto, perché faccio tanto, sono più di un allenatore, a volte mi stanco. Ma ho questa capacità di ritrovarmi di nuovo. Domani vado al Tre Fontane a vedere la Primavera, lunedì lavorerò di nuovo per la partita di giovedì. È una qualità degli allenatori, quella di avere la capacità di ritrovare sempre le forze e le energie anche quando sei un po’ deluso di qualcosa. Ma è così”.

Vorrei tornare sulle frasi dell’altra sera…
“No, parliamo della partita di oggi”.

Era per chiarire anche quello che sarà, aveva detto che sarebbe rimasto…
“Non c’è storia, c’è una partita giovedì. Domani dopo tanto tempo i giocatori avranno il giorno libero per la prima volta. Se mi danno un bigliettino farò un po’ di tennis e poi vado al Tre Fontane e inizio a lavorare sulla partita di giovedì”.

Al di là degli errori individuali, non si è visto il grande divario tra Roma e Inter. Come si può lavorare sulla testa dei giocatori per evitare gli errori individuali?
“Di solito gli errori individuali hanno una relazione diretta con la qualità dei giocatori. Come si può lavorare sulla testa dei giocatori? Adesso è molto trendy il mental coach, magari qualche fenomeno può fare qualcosa. L’unica cosa che posso fare è portare i giocatori ai loro limiti. Faccio un esempio: quando sono arrivato Bove era vicino al prestito alla Triestina – magari sbaglio squadra, ma penso fosse la Triestina -, vederlo giocare come ha fatto col Milan ed oggi con l’Inter, quando vedo questo bambino e la sua evoluzione per me è straordinario. Ma mi rifiuto di rimanere nella tua domanda e voglio uscire da questa domanda. Posso solo parlare bene dei miei giocatori. C’è un gruppo stanco morto, che gioca sempre e non riposa, che deve giocare 90′ e gioca anche in posizioni diverse. A volte mi guardano e capisco perché lo fanno durante la partita, manca solo che mi dicano ‘mister per favore, cambiami che non ne posso più’. Io li guardo e dico ‘o giochi tu o gioco io, è meglio che giochi tu’. C’è gente che gioca ed è in grande difficoltà. Per me Belotti è un eroe, non ci sono tanti giocatori che sanno giocare una partita nella sua condizione. Dybala ha una sola gamba, per  Spinazzola è difficile giocare tante partite di fila. Posso solo parlare bene di questi ragazzi. Magari è un momento nuovo nella mia carriera, quando perdevo una partita era dura accettare la sconfitta e analizzare la partita con i giocatori, sempre con aggressività e livello di esigenza altissimo. Adesso sono in un momento in cui guardo i ragazzi con tenerezza e rispetto. Dopo la fine avere la certezza che i tifosi guardano i giocatori esattamente come li guardo io, che li rispettano nello stesso modo in cui lo faccio io mi dà gioia e forza per lunedì, per stare lì con loro. E giovedì siamo qui con loro”.

Oggi ha avuto la più grande dimostrazione di affetto di restare qui dalla squadra e dal pubblico? In questa settimana piena di polemiche si è accorto che le sue proteste nei confronti degli arbitri hanno un peso diverso rispetto a quelle degli altri allenatori? 
“Non parlo dei miei colleghi, non ho nessun problema personale con nessuno di loro e non sarebbe corretto da parte mia parlare di loro. Sulle critiche per l’ultima partita penso di essere stata chiaro. Non ho mai messo in dubbio la qualità umana dell’arbitro nel senso della sua onestà, mai. Ho detto che per me non ha qualità e che un arbitro deve essere empatico con tutti. Oggi, per esempio, il quarto uomo (Colombo, ndr) è stato empatico, vediamo dove può arrivare e penso che possa arrivare a livelli altissimi. Mi dà grande gioia la critica più forte che ho ricevuto perché è stata fatta da una persona che ha preso tre anni di squalifica per scommesse nel calcio. L’Italia sarà sicuramente l’unico paese in cui è possibile che una persona così arriva in una posizione istituzionale importante. Ed essere criticato da una persona che ha avuto questo tipo di situazione nella sua vita mi dà gioia perché significa che sono di un pianeta diverso. Il pubblico? Si confonde tutto. Siamo noi a ringraziare il pubblico ed il pubblico a dire ‘bravi’ ai ragazzi. È una cosa strana perché ho avuto tanta empatia nella mia carriera nei momenti belli ed è facile averla nei momenti belli. Abbiamo perso la partita, la gente ha capito tutto, la gente ha capito quello che siamo noi e questo mi fa un piacere tremendo”.

Due tifoserie rivali hanno fatto lo stesso coro per l’allenatore. Sotto la Curva Sud il suo saluto è sembrato speciale. Il pianeta calcio italiano non fa più per lei?
“Amo l’Italia e amo lavorare in Italia. Ho avuto tanta ricchezza ed esperienza nei miei primi due anni e anche in questi anni qui. Quando si parla del mio periodo all’Inter si parla di tanta gioia e storia, qui meno storia e meno gioia, ma dal punto di vista umano è straordinario. Sto molto bene in Italia, questo mi aiuta a stare bene e anche a ridere un po’ delle situazioni. Non c’è un problema a questo livello”.



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