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Mourinho: “Siamo piccoli per il potere”
L’urlo, lo sprint accennato e poi interrotto. Il cappotto gettato a terra come a togliersi un peso mentre vede Zaniolo correre sotto la Sud. E poi, di colpo, la gioia che si trasforma in beffa. Lo sguardo di Mourinho diventa corrucciato. Guarda Abisso portarsi la mano all’orecchio e capisce che c’è qualcosa che non va. Sta comunicando col Var. L’incredulità si mischia così alla rabbia, scrive Il Messaggero.
In campo, quando dopo la rete annullata trascina via Nicolò ormai espulso. Davanti alle telecamere, nonostante il tentativo iniziale di trattenersi. Gli riesce per le prime 3 domande. Poi, il suo, è un crescendo boleriano: «Può darsi che l’arbitro abbia fatto bene, può darsi si sia sbagliato. Ma c’è una terza possibilità ed è quella che agli occhi del potere siamo piccolini. Sì, la Roma è piccola. Come si può cambiare questa cosa? Non lo so».
Seduti, comincia lo show. Anche perché a Mou, non serve confrontarsi con il nuovo consulente Calvarese che nell’immediato post-gara ha confermato alla dirigenza come la rete fosse da annullare. José va dritto per la sua strada. E al fischio finale, rivela di esser andato a parlare con l’arbitro Abisso: «Gli ho detto che secondo me ha sbagliato. Anche perché proprio lui mi ha rivelato che Zaniolo non l’ha insultato. Gli ha chiesto soltanto in modo colorito («Che ca… hai fischiato?») perché avesse annullato la rete. Non l’ha mandato a quel paese né gli ha insultato la mamma. Gli ho allora detto che se fossi stato al suo posto, con un gol segnato e una vittoria festeggiata al 90′ e non dopo 5 minuti, avrei valutato la frustrazione per quanto accaduto. Mi sarei limitato al giallo, lo avrei zittito e poi spiegato che c’era fallo» (Nicolò, già ammonito, sarebbe stato comunque espulso).
Un pestone che per Mou non andava sanzionato. Il calcio di Abraham (che su Instagram ha postato una foto mentre si dispera con la didascalia Frustrating day’) a Vazquez è evidente ma «se quello di Tammy prima del gol è fallo e l’arbitro ha deciso bene, questo gioco non è più il calcio che tutti abbiamo amato da decenni. È un altro sport, diamogli un altro nome. Se lui ha sbagliato, si dispiacerà, ma per noi non è la prima volta».
È l’occasione per tornare a parlare del rapporto tra Nicolò e gli arbitri. Lo aveva fatto nel post-gara di Bologna, invitando il ragazzo a prendere in considerazione l’ipotesi-estero. Ieri ha affondato nuovamente il colpo: «Pensate che il trattamento che sta ricevendo sarebbe lo stesso se giocasse nell’Inter, nel Milan o nella Juve? Non ha preso un rigore per tutta la stagione, non gli fischiano falli contro, prende un giallo ogni volta che apre bocca… Vi pare normale che uno come Zaniolo abbia 7 cartellini gialli e 2 rossi? Pensate inoltre che quel rosso lì, un cartellino tirato fuori per dare l’esempio, lo prenderebbero anche Lautaro Martinez o Ibrahimovic a San Siro oppure Chiellini all’Allianz Stadium? Lui invece sarà squalificato. Sarà analizzato dai dottori del calcio, decideranno loro».
Rabbia e frustrazione che trovano il conforto inatteso dell’ex presidente Rosella Sensi: «Da fuori può sembrare esagerato, ma quando ci sei dentro capisci tutto – il post su Facebook – E non è piacevole. Mou lo sta vivendo sulla sua pelle. Gli sono vicina. Con o senza Var la Roma è stata spesso penalizzata. Forse se lo ricorda anche il mister quando sedeva sulla panchina dell’Inter. Gli consiglio di tenere duro. Perché vincere a Roma è bello anche per questo».
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