E’ bastata una frase, anzi poche parole: “Nessuno può garantire la permanenza di Zaniolo”. Tornando indietro probabilmente Tiago Pinto risponderebbe in modo diverso. Perché quella frase, a poche ore da Sanremo, ha scatenato un putiferio smorzato solo dai sorrisi di Nicolò e Mourinho ieri a Trigoria durante l’allenamento, scrive Leggo.
Tutto questo mentre radio e social ribollivano di commenti, insulti (anche ai media), critiche e speranze. Zaniolo non si tocca, il messaggio più inflazionato. Anche perché la prima pretendente in caso di cessione si chiama Juventus pronta ad approfittare – come nel caso Vlahovic – di un rinnovo che potrebbe non esserci. Il numero 22 non ha mai fatto pressioni per partire, e mai le farà. Ma ovviamente pretende qualcosa in più (4 milioni a stagione). Lo impone la legge del mercato.
E la stessa Roma ad oggi non considera una sua cessione mentre ritiene già sul mercato altri titolari (vedi Veretout o Ibanez). La legge del bilancio, però, è sacra anche da queste parti e di fronte a una maxi-offerta (per dirla alla Pinto) nessuno può garantire nulla. Quantificarla è difficile: diciamo che dai 50 milioni in su i dubbi aumenterebbero.
I tifosi romanisti intanto fanno quadrato intorno al loro talento più puro invocando il diritto della incedibilità. Quello che ha preservato negli anni gente come Totti o De Rossi. “Basta cedere i migliori, Friedkin non fare il Pallotta”, il mantra nei vari contenitori radiofonici della capitale.
Più pacato ma comunque risoluto il pensiero di Bomber Pruzzo: “I tempi sono cambiati e oggi il giocatore è quello che decide il futuro. Vendere Zaniolo per fare una squadra più forte non sarebbe facile, ti deve capitare una botta di fortuna come è successo alla Fiorentina con Vlahovic. Ma io sono dell’idea di tenere i calciatori migliori”. A proposito: Pellegrini andrà almeno in panchina col Genoa e sarà a piena disposizione con l’Inter in coppa Italia.
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