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Roma, Mourinho: “Un pari così mi sta bene”
Voleva vincere, ha rischiato di perdere e alla fine con il pareggio il bicchiere è mezzo pieno. José Mourinho se l’è vista brutta, non salva i giocatori per gli errori commessi, ma torna a ribadire che nella Roma c’è un gruppo affiatato, scrive il Corriere dello Sport.
E allora torna a casa con un punto, guadagnato nei minuti di recupero, così come all’andata conquistò la vittoria dopo il novantesimo: «Non sono soddisfatto, ma quando perdi al 90′ e dopo pareggi cambiano le cose. Eravamo venuti qui per vincere. Il pareggio non lo avrei accettato neanche all’intervallo, ma al 90′ dico grazie mille. Posso paragonare questa partita con la sconfitte di Bologna, Verona e Venezia, poiché sono simili negli ultimi minuti. Oggi abbiamo ottenuto il pareggio, che non è il risultato che volevamo, ma ci dà la possibilità di dire che nelle ultime quattro partite di campionato non abbiamo perso. Potevamo avere più punti, ma come minimo c’è questo feeling di squadra che fino alla fine ha lottato per il punto».
Ribadisce con parole forte e decise che guida un gruppo unito e che i giocatori sono con lui: «Se questo gruppo ha una qualità in cui siamo imbattibili è l’empatia, l’amicizia che abbiamo internamente. Possiamo essere scarsi e tutti possono dire che Mourinho e i giocatori sono scarsi, ma nessuno può dire che non siamo uniti».
Alla fine ha confermato la difesa a tre e spiega il motivo: «I giocatori devono stare più a loro agio in campo. La difesa a tre non è ciò che mi piace di più, non è l’idea di calcio che preferisco. È una conseguenza dei giocatori che ho a disposizione. In funzione delle nostre caratteristiche devo cercare di fare un puzzle in cui i giocatori sono a loro agio».
Sergio Oliveira e Pellegrini devono trovare i sincronismi giusti: «È la prima volta che giocano insieme. Possono fare entrambi di più dal punto di vista individuale. Sergio è arrivato da poco, anche Pellegrini è rientrato da pochissimo. Poteva essere un rischio farlo giocare per 90 minuti ma dovevamo farlo per il risultato. Non posso nascondere che Cristante, Veretout, Pellegrini e Sergio siano giocatori di qualità, ma non abbiamo un regista. L’adattamento di Mkhitaryan, che ovviamente non è un regista, è stato veramente felice perché non è quel giocatore lì, ma fra tutti loro è quello che ha più criterio, pensa meglio il gioco, il movimento e trova gli spazi. Si è trasformato, è il giocatore più importante di questa squadra da questo punto di vista. Dobbiamo migliorare, fare il meglio possibile per salire in classifica».
I gol subiti sono frutto di errori individuali e Mourinho non cerca alibi: «Per me sono errori di tattica individuale. Una cosa è la tattica collettiva, un’altra quella individuale e abbiamo sbagliato due volte: nel primo gol a concedere la profondità di Traore, ma può succedere. E il secondo gol è un principio di tattica individuale molto basico e abbiamo sbagliato anche lì. Ma sono contento delle sensazioni che ci lascia il pareggio. Pareggiare non è lo stesso che andare a casa senza niente ma sono contento per il messaggio, questo gruppo è unito e intoccabile».
Rivela che sul rigore si è girato da un’altra parte: «Doveva tirare Sergio. Poi il pallone lo ha preso Tammy e Sergio è stato bravo a lasciarglielo. Avete visto dov’ero? Mi sono nascosto nel tunnel, ma osservavo. Avrei potuto avere una reazione, e meglio non farla vedere davanti alle telecamere».
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