Mourinho usa parole inequivocabili contro «il potere» che non rispetterebbe i «piccolini» della Roma. Qualche mese fa era stato Tiago Pinto a esprimere in un’intervista il disappunto pubblico per il trattamento arbitrale, scrive il Corriere dello Sport.
Ma i Friedkin restano in silenzio. Nella loro logica gestionale non esiste la necessità di un’esposizione mediatica, visto che l’azienda è stata dotata di molte figure professionali che hanno compiti precisi. Però in certi momenti i tifosi sarebbero felici di sentirsi rappresentati dalla proprietà e non dai manager.
Tanto più che a Trigoria, per supportare la forza comunicativa di Mourinho, non è stato ancora assunto un dirigente di grande esperienza calcistica che possa svolgere le mansioni di un club manager, uno alla Totti per intendersi, considerato autorevole per l’ampia conoscenza dei meccanismi politici del pallone.
Dopo gli insulti molto pesanti che l’arbitro Abisso ha ricevuto sabato dal vivo, allo stadio, ieri le due principali associazioni dei tifosi della Roma hanno deciso di far sentire la loro voce. L’Unione Tifosi Romanisti, il cui presidente è Fabrizio Grassetti, e l’Associazione Italiana Roma Club, diretta da Francesco Lotito, hanno diramato due comunicati distinti.
Si legge di «numerose proteste pervenute dai nostri associati» e si «chiede un deciso intervento della società As Roma presso le sedi competenti a tutela della maglia giallorossa e di tutti coloro che la seguono». L’Utr ravvisa «nei ripetuti episodi contestati, tutti a sfavore, un sistematico intervento che toglie speranze e ambizioni alla squadra e ai tifosi». E ancora: per far cessare «una vera persecuzione» l’Utr è disposta a intraprendere azioni legali «nel pieno rispetto delle regole civili».
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