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Zaniolo-Roma sarà come Zidane-Juve e Ibra-Inter?
La frase di Tiago Pinto su Nicolò Zaniolo («Posso garantire che giocherà con noi l’anno prossimo? No, non posso») ha avuto infatti un effetto scioccante: troppo sincera per poterla, diciamo così, registrare e – freddamente – analizzare, scrive Alessandro Vocalelli su La Gazzetta dello Sport. Ma perché non ha detto che non lo cederà mai? Vuoi vedere che, segretamente, la Roma lo sta già trattando? Va tutto bene e ogni interpretazione, nella letteratura del calcio, è ammissibile.
Ma non sarà, banalmente, che Tiago Pinto ha detto una cosa addirittura scontata? Il giocatore e la Roma nei prossimi mesi, forse nei prossimi giorni, cominceranno a capire e (questo però non è detto) a capirsi. Che cosa offrirà il club? Quanto chiederà il calciatore? Che ruolo nella partita giocherà José Mourinho? Sono troppi gli interrogativi per poter anticipare il futuro. E se Zaniolo, come molti tifosi giustamente si augurano, firmerà il nuovo accordo, Mourinho potrà continuare a contare su un potenziale campione.
Ma se Zaniolo e il club non troveranno un punto d’intesa, tutti – diciamolo in maniera un po’ brusca – potranno trovare una loro soddisfazione. Perché il calcio insegna una cosa: certe cessioni fanno sempre soffrire, un po’ meno però. Nel 1999 successe alla Lazio di cedere il suo centravanti, il suo alfiere: sembrava che la partenza di Bobo Vieri, per 90 miliardi, dovesse rappresentare un confine. Dall’Inter invece sbarcò Diego Simeone, e con il “conguaglio” arrivarono anche Nestor Sensini e Sebastian Veron. Fatto sta che lo scudetto fu biancoceleste.
Nel 2001 fece scalpore, impressione, l’addio di Zinedine Zidane alla Juve, clamorosamente smentito fino al giorno prima. Solo che con quei soldi arrivarono in bianconero Gigi Buffon, Lilian Thuram e Pavel Nedved. Nel 2009, ma gli esempi potrebbero essere ancora moltissimi, l’Inter – allenata proprio da Mourinho – fece partire Zlatan Ibrahimovic per Barcellona.
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