ULTIME NOTIZIE AS ROMA ABRAHAM MOURINHO – Uno spacca porte, un animale da area di rigore o, per dirla con le parole di Mourinho, un «mostro». È quello che ha chiesto l’allenatore portoghese a Tammy Abraham, centravanti scelto per cancellare il ricordo di Dzeko, numero 9 atipico apprezzato per la qualità delle sue giocate ma a cui i tifosi romanisti hanno spesso rimproverato la mancanza di cattiveria. Dal ritiro della nazionale inglese, è lo stesso attaccante romanista a raccontare la richiesta dello Special One, scrive il Corriere della Sera.
«Mi ha detto – le parole dell’ex del Chelsea – che sono un ottimo giocatore e mi ha suggerito di lavorare per sviluppare una maggiore cattiveria. Mi ha detto di diventare una specie di mostro». Cinque gol finora tra campionato e Conference League e sette legni colpiti, un infortunio alla caviglia che lo ha fatto soffrire nell’ultimo periodo, l’inglese cerca la definitiva consacrazione attraverso i consigli di Mourinho. «In campo non si può essere gentili, hai bisogno di quel carattere, devi spaventare i difensori e sotto questo aspetto sto cercando di migliorare. Mou mi ha detto che ero un giocatore troppo buono, che dovevo acquisire quella aggressività che si ottiene crescendo».
Ha deciso di lasciare la Premier e di mettersi in gioco, e questo è già sintomo di grande personalità. «È sempre dura arrivare in un nuovo Paese e abituarsi a una cultura diversa. Ho cercato di ambientarmi presto e ho cominciato ad imparare un nuovo stile di calcio. Sono andato a spiegare le mie ali e spero di poter mantenere il livello di prestazioni di cui ho bisogno per rimanere nella squadra. Non mi aspettavo però che potesse essere così difficile. I calciatori sono molto intelligenti e per il modo di giocare in Italia la difesa è molto importante. Quindi per me si trattava di capire anche l’altra parte. In Inghilterra siamo abituati ad attaccare, attaccare, attaccare e devo imparare l’altra strada, come rompere le difese avversarie. Fa parte del processo di apprendimento e questo si può vedere con Lukaku e gli altri che sono andati all’estero e poi sono tornati in Inghilterra. Per me è questione di migliorare me stesso».
Gli sono bastate poche buone prestazioni con la Roma per riconquistare la maglia dell’Inghilterra. «Il Mondiale è un mio obiettivo, speravo solo di essere chiamato per dimostrare di poter lottare per un posto: ho cercato di farmi trovare pronto così come capita ogni volta che vengo chiamato in causa perché nel calcio può succedere di tutto e devi essere sempre pronto».
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