Tammy Abraham

ULTIME NOTIZIE AS ROMA ABRAHAM – Nella vita, in fondo, conta anche avere il meteo giusto con cui dover fare i conti. Per informazioni, chiedere a Tammy Abraham, ormai non più oggetto misterioso, ma punto fermo dell’attacco della Roma di José Mourinho, a caccia di un 2022 all’altezza della sua fama, scrive La Gazzetta dello Sport.

Che il suo trasferimento da Londra in riva al Tevere non sia stato esattamente una passeggiata è storia nota. Ma adesso sia i 40 milioni (più bonus) pagati al Chelsea, sia il super ingaggio strappato dal centravanti, che con i premi potrebbe arrivare a 6 milioni a stagione, paiono solo investimenti comprensibili per un giocatore che, a 24 anni, sta entrando nel pieno della maturità.

Ma nella vita, oltre al denaro, c’è anche altro. e così è lo stesso Abraham a rivelare che, in una delle telefonate con cui l’allenatore portoghese ha perorato la causa giallorossa, fra il serio e il faceto il tecnico gli ha detto: «Allora, che fai? Resti in Inghilterra con la pioggia o vieni qui col sole?». Al di là della battuta, il peso di Mou è stato essenziale. «Certo, il mister è stato un grande aiuto per farmi venire qui». I risultati adesso sono sotto gli occhi di tutti e perciò la Roma può godersi un calciatore che ha segnato 15 gol in 29 partite disputate, a cui sono da aggiungere i 4 assist che santificano il suo lavoro per la squadra, più gli 8 legni che certificano il tributo pagato alla sfortuna.

Numeri importanti, visto che la statistica parla di un gol ogni 148 minuti. Domanda: il centravanti inglese è pronto a ritagliarsi un posto nella storia giallorossa? Se è giusto precisare come 7 reti siano state segnate fra la modesta Conference League (6) e il Lecce in Coppa Italia (1), c’è da dire che fra gli attaccanti della storia recente giallorossa, solo Gabriel Batistuta e Montella hanno fatto meglio di Tammy, visto che l’argentino aveva raggiunto le 15 marcature in appena 20 partite e Montella in 28. Altri tempi e altro calcio, naturalmente. D’altronde, per raggiungere questo traguardo ha avuto bisogno di più gare gente come Roberto Pruzzo (46), Edin Dzeko (49) e Rudi Voeller (58).

A migliorare le sue prestazioni, comunque, c’è anche la partnership col suo compagno di reparto preferito, cioè quel Nicolò Zaniolo che, contro il Lecce, al suo ingresso ha cambiato la partita. «Sicuramente mi piace giocare con lui – spiega Abraham – perché capisce i miei movimenti e ha delle caratteristiche che mi piacciono. Nicolò, poi, lavora molto e mi apre spazi. Ovviamente, io posso giocare in diverse posizioni e con diversi moduli. Perciò la decisione finale spetta all’allenatore».

Proprio vero, ma il feeling che gli attaccanti giallorossi stanno mettendo in mostra è ciò che consente a Tammy di alzare l’asticella per l’immediato futuro. «Sono felice dei quindici gol che ho realizzato finora – spiega – però ne voglio di più. Sono fortunato di essere in una squadra che crea occasioni. per questo desidero aiutare la Roma segnando più reti e facendo più assist possibili».

L’Empoli, che ha spaventato l’Inter in Coppa Italia, potrebbe essere l’avversario giusto per continuare la scalata, soprattutto perché un tipo come José Mourinho non ha nessuna intenzione di abbassare le pretese da uno dei suoi pretoriani, come d’altronde si sta dimostrando l’inglese. «È un onore lavorare con lui, ha vinto tutto e anche io voglio vincere. Magari anche la Coppa Italia può essere l’occasione». Se ne riparlerà a febbraio contro l’Inter. Intanto i 2.217 minuti che Abraham ha giocato in Italia sono già un biglietto da visita che racconta come la nostra Serie A stia tornando a lievitare. E con lei anche la Roma.



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