L’avallo di Luigi Di Maio, ottenuto dalla sindaca Raggi a tempo di record, per lanciare “l’operazione Berdini”. La direttiva di Rocco Casalino, capo supremo della comunicazione a cinquestelle, per escludere l’assessore capitolino da tutte le trasmissioni televisive e radiofoniche, riducendone al minimo la partecipazione a conferenze stampa e appuntamenti istituzionali. Il progressivo commissariamento del titolare dell’Urbanistica sui dossier più delicati, a partire dallo stadio della Roma.
La strategia per epurare l’esponente più scomodo della giunta grillina si arricchisce ogni giorno di nuovi particolari. Obbiettivo: spingerlo a uscire nel modo più indolore possibile. Come se fosse una sua libera scelta. Non una decisione presa a tavolino. Che tuttavia, rispetto alla tabella di marcia iniziale, rischia di trascinarsi più a lungo del previsto a causa delle resistenze della “vittima” designata.
Una tecnica — condita di notizie fatte girare ad arte, smentite di circostanza e foto opportunity — già collaudata con il ragioniere generale Stefano Fermante. Prima demansionato e infine accompagnato alla porta. Esattamente il film proiettato ieri in piazza Mignanelli, nel corso della cerimonia papale per la festa dell’Immacolata, alla quale a sorpresa si è presentato pure Berdini, insieme a un gruppo di colleghi assessori, disertando però il successivo rinfresco all’ambasciata di Spagna. «Se n’è andato perché aveva da fare», si è affrettata a precisare Paola Muraro: «Le dimissioni sono un’ipotesi irreale ». Stesso disco intonato dalla sindaca: «Con Berdini va tutto bene, ci vedremo anche la prossima settimana per lavorare».
Fatto sta che l’ennesima accelerazione di Raggi in asse con Di Maio, il candidato premier in pectore del Movimento, ha creato non pochi malumori all’interno del M5S. Deflagrati ieri nell’intervista al vetriolo rilasciata alla
Stampa da Roberta Lombardi. «Mi sembra una coincidenza fin troppo strana che queste voci di rottura inizino a circolare nello stesso momento in cui Berdini sta per mettere le mani nel mondo degli alloggi popolari», ha affermato la deputata, storica avversaria dell’inquilina del Campidoglio. «Cosa intendo? Mafia Capitale aveva interessi milionari in quel dipartimento. Per questo ho il sospetto che certi veleni arrivino dal suo stesso assessorato».
Parole pesanti, che hanno irritato moltissimo Virginia. La quale ha subito invocato, per il tramite del solito Di Maio, la difesa di Grillo, sollecitando un suo intervento sul blog. Come già accadde quando la deputata romana attaccò Raffaele Marra. Solo che stavolta la manovra non riesce. Un post viene sì pubblicato, ma generico, per ribadire che «nel M5S non esistono correnti». Mentre Lombardi si limita a riproporre su Fb le dichiarazioni rilasciate dalla sindaca in Antimafia. E il fastidio di Raggi esplode: «Non mi interessano polemiche e giochi di palazzo», taglia corto. «Questi li lascio ad altri».
(La Repubblica – G. Vitale)
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