Non finisci il campionato? E allora rischi le coppe… Non è detto che finirà proprio così. Magari il Bruges, campione del Belgio «a tavolino», giocherà la prossima Champions.
Ma l’avviso di Aleksander Ceferin, presidente Uefa, è partito forte e chiaro dopo la raccomandazione della Lega belga di assegnare lo «scudetto» in base all’ultima classifica. Fermando il campionato a un turno dalla fine della regular season, prima dei playoff. Ceferin: «Penso non sia questo il modo di procedere. La solidarietà non è una via a senso unico, non puoi chiedere aiuto e poi decidere cosa ti va bene. Le squadre del Belgio e le altre che pensano a una soluzione simile rischiano di non partecipare alle prossime coppe».
Il Bruges sta dominando il campionato, con 15 punti sul Gent. Sarebbe stato il grande favorito anche nella seconda fase. Ma il problema, per l’Uefa, è che tutti in Europa decidano di andare in ordine sparso. A Nyon cercano di gestire collettivamente il problema, combinando le esigenze dei tornei nazionali con quelli delle (ricchissime) coppe che assicurano benessere al sistema. Giusta o sbagliata che sia la decisione del Belgio, per Ceferin è troppo presto per chiudere la stagione. Mentre gli sforzi vanno nella direzione opposta.
Nella riunione video del 18 marzo, con tutti gli stakeholder (federazioni, leghe, club, calciatori), erano stati definiti i principi che le 2 commissioni — una sportiva, l’altra finanziaria — tentano di mettere in pratica. Nello specifico: per l’Uefa c’erano tante «finestre» per far ripartire la stagione, con una data estrema, il 27 giugno, per la finale. Da allora, la situazione è cambiata. S’è aggravata. Ma Uefa, club e leghe hanno cercato di riaffermare un principio: non è finita finché non è finita. E non c’è che un modo per applicarlo: allungare la stagione fino ad agosto, quasi annullando la sosta tra questa e la prossima (ne parliamo in basso). Ipotizzando una finale di Champions nella seconda metà di agosto.
Era il senso della lettera congiunta di giovedì di Ceferin (Uefa), Andrea Agnelli (Eca) e Lars-Christer Olsson (Leghe Europee): «Qualunque decisione di sospendere i campionati nazionali in questo momento sarebbe prematura e non giustificata. Un eventuale titolo assegnato senza completare il campionato nella sua interezza potrebbe pregiudicare la partecipazione alle coppe delle squadre classificate nella stagione successiva». E immediatamente ecco la presa di posizione del Belgio…
Quella di Ceferin è una reazione nell’ambito di un’intervista concessa alla tv tedesca Zdf. Non una decisione ufficiale (che andrebbe presa dall’Esecutivo), ma un avviso politico. «Il calcio a porte chiuse non è quello che si gioca davanti ai tifosi, ma è sempre meglio giocare così, e trasmettere le partite in tv, che non giocare affatto. La gente lo vuole, porta energia positiva e probabilmente si giocherà a luglio e agosto».
In Belgio non l’hanno presa bene. Nel pomeriggio s’è svolta una videoconferenza tra Uefa, lega e federcalcio (che il 15 aprile dovrebbe ratificare la decisione). I belgi hanno «spiegato le ragioni sanitarie ed economiche che hanno portato sia alla raccomandazione del Consiglio di Lega, sia a contestare qualsiasi tentativo di costringere una lega a portare avanti le proprie competizioni nell’attuale stato di emergenza sanitaria, con la minaccia di esclusione dalle coppe». A Nyon è stato chiesto anche «un diverso approccio che tenga in conto le specifiche di ciascuna lega». Tra una settimana un nuovo incontro. Il rischio di uno scontro politico con conseguenze imprevedibili non è scongiurato.
(Gazzetta dello Sport)
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