Rassegna stampa
Champions, la finale cambia sede. E lo Schalke cancella lo sponsor
Lo sport non poteva restare inerte di fronte allo scoppio della guerra in Ucraina con l’invasione militare russa iniziata all’alba di ieri e in un 24 febbraio 2022 che è già una pagina di storia ci sono state le prime reazioni forti, scrive Il Messaggero.
Si combatte in Europa e uno dei primi provvedimenti sarà reso ufficiale oggi, dopo il consiglio esecutivo convocato d’urgenza dalla Uefa: la finale di Champions, in programma a San Pietroburgo il 28 maggio, dovrebbe essere spostata in un’altra sede. Secondo i media inglesi, la scelta sarà sub judice fino a quando la situazione politica non sarà chiara.
Il premier britannico Boris Johnson ha detto: «Inconcepibile giocare in territorio russo». Un deputato laburista ha chiesto il congelamento dei beni di Abramovich, proprietario del Chelsea. Alcuni europarlamentari avrebbero invitato il presidente Uefa, l’avvocato sloveno Alexsander Ceferin, a cambiare subito la città per la finale del più importante torneo continentale per club.
La Uefa, che fino a due giorni fa aveva negato l’esistenza di piani alternativi per modificare il programma, ha condannato pubblicamente l’invasione dell’Ucraina, ma è in difficoltà. Il gigante russo Gazprom è infatti official partner della federazione europea. Lo Schalke 04, club tedesco di seconda divisione, invece non ha avuto dubbi: è stata cancellata con effetto immediato la scritta Gazprom dalle maglie. Una decisione che costerà 10 milioni di euro per la squadra di Gelsenkirchen, in difficoltà economica.
Lo Schalke ha anche allontanato Matthias Warning, ex agente della Stasi famigerata agenzia di sicurezza e spionaggio – all’epoca della Ddr, dal consiglio di amministrazione: è il Ceo di Pipeline Nord Stream 2, nonché uomo di fiducia del presidente russo Vladimir Putin. La Fifa – ieri Infantino ha espresso grande preoccupazione – deve invece fare i conti con i playoff mondiali: un’eventuale finalina è in programma a Mosca il 29 marzo. Polonia e Svezia hanno già detto che non vogliono giocare nella capitale russa.
Anche basket e Formula 1 hanno preso posizione. Il Barcellona ha rinunciato alla trasferta di Eurolega a San Pietroburgo. L’ex pilota ferrarista Sebastian Vettel ha comunicato che non correrà a Sochi il Gp di Russia, in programma a settembre: «Non posso parlare a nome della nostra categoria – le parole del tedesco – ma io non voglio gareggiare in Russia e anche la F1 dovrebbe rinunciare. Tante persone stanno morendo per ragioni stupide». Sulla stessa linea il campione del mondo, l’olandese Max Verstappen: «Quando un paese è in guerra, non è giusto correre lì».
Più diplomatica la posizione della Fivb, la federazione internazionale di pallavolo. I mondiali in programma in Russia il prossimo agosto per ora non sono in discussione. In serata, il calciatore Fedor Smolov, attaccante della Dinamo Mosca, 45 presenze in Nazionale, diventa il primo sportivo russo a condannare l’invasione dell’Ucraina. Su Instagram ha postato un chiarissimo «no war».
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