Ieri il preside della facoltà di Economia de La Sapienza, il professor Giuseppe Ciccarone, ha snocciolato alcuni numeri provenienti dallo studio sull’impatto economico e sociale del futuro stadio della Roma sulla capitale. Oggi pomeriggio, a dati ancora caldi, i maggiorenti del dossier Tor di Valle – compresi Mauro Baldissoni e David Ginsberg – saliranno in Campidoglio, ricevuti dal vicesindaco Daniele Frongia, dall’assessore ai Trasporti Linda Meleo e dall’assessore all’Urbanistica Berdini.

Finora l’assessore non ha manifestato alcuna opposizione nessuna opposizione nella Conferenza di servizi regionale, seppure ancora in fase embrionale. Come si comporterà oggi? Perché l’occasione di gettare la maschera e trasferire le critiche al progetto da un piano mediatico al livello politico è ghiotta, e forse non ricapiterà. Secondo la tabella di marcia, domani la Giunta dovrebbe riunirsi per adottare la variante urbanistica, ma ieri sera non era stata convocata, né risulta che Berdini ne abbia scritto una parola.

Comunque vada, oggi sarà un tavolo di confronto. Con la consapevolezza, da parte dei soggetti proponenti, che il solo luogo ormai deputato a discutere degli aspetti tecnici del progetto sia la Conferenza di servizi. Ammesso che sia questo, e non una versione ridotta, il dossier che si voglia riportare in Consiglio comunale prima di Natale (o, come dice Berdini, il 3 febbraio) per la variante al piano regolatore. Le torri resisteranno? Lo svincolo dalla Roma-Fiumicino? E il complicato rafforzamento della Roma-Lido sarà preferito al più logico prolungamento della metro B? Oppure, bisognerà rassegnarsi a prendere la macchina? Logico che qualsiasi modifica al progetto già vistato dal Comune, oltre a rimettere in discussione la pubblica utilità dell’opera, rischia di svilire i generosi risultati dello studio de La Sapienza sull’impatto economico e sociale dell’opera (stimato in due volte e mezzo quello di Expo su Milano): incremento annuo del Pil provinciale dell’1,5%, riduzione del tasso di disoccupazione nell’area romana dello 0.8%, 1.500 occupati edili nel periodo della costruzione, 15-20mila lavoratori a regime nel Business park. «Un’opera che farà fare a Roma un balzo nel futuro», rivendica con orgoglio il costruttore Luca Parnasi.

(Gazzetta dello Sport)



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