De Rossi smette e vince. Il Boca festeggia il titolo: “Daniele, è anche tuo”

NOTIZIE DE ROSSI BOCA JUNIORS – Alla fine a festeggiare è Daniele De Rossi. L’ex capitano giallorosso, al quale un anno e mezzo fa la Roma ha deciso di non rinnovare il contratto scatenando le polemiche della piazza, ha vinto il suo primo e unico scudetto da calciatore nel suo ultimo anno di attività.

Il Boca Juniors, infatti, sabato notte ha trovato al fotofinish il suo trentaquattresimo titolo di campione di Argentina grazie a un gol di Tevez al 73’ dell’ultima gara di campionato contro il Gimnasia, rimanendo così un punto sopra in classifica ai rivali del River Plate. Daniele ha seguito la partita in tv per poi complimentarsi con i suoi ex compagni via sms.

De Rossi ha lasciato il club che fu di Maradona a gennaio ma di fatto è campione d’Argentina avendo contribuito con 5 presenze (di cui una proprio contro il River al Monumental) e 345 minuti di pura esperienza alla bella stagione del Boca. Il “Tano”, come lo chiamano a Buenos Aires, non ha potuto partecipare ai festeggiamenti alla Bombonera. Daniele, infatti, ha fatto le valigie quando i vertici della dirigenza gialloblu sono cambiati: l’addio al direttore sportivo Burdisso e quello del tecnico Alfaro sostituito da Ángel Russo, ma soprattutto dopo le elezioni che avevano portato Jorge Ameal.

Il nuovo presidente aveva dichiarato sin da subito: «Qualcuno lo ha portato e lo ha fatto venire in questo club, e ora non sappiamo se si sentirà a suo agio anche con noi». Nella conferenza d’addio al Boca e al calcio De Rossi ha parlato anche di problemi familiari, in particolare la necessità di stare accanto alla figlia Gaia avuta dal primo matrimonio con Tamara Pisnoli.

Così è tornato in Italia anche se a Roma c’è stato poco visti i tanti viaggi con la moglie Sarah Felberbaum tra Islanda, Giappone e Finlandia. Il suo nome è stato accostato anche al progetto Friedkin per la nuova Roma, ma l’ex capitano per il momento non sembra pronto. In attesa del futuro si gode lo scudetto. Non avrà il sapore di quello spesso sfiorato con la Roma prima della gestione Usa, ma è il miglior modo per chiudere una carriera da applausi.

(Il Messaggero)

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