Rassegna stampa
Fateci capire: dopo le frasi di Pinto la città si interroga sul futuro di Zaniolo
La Roma posta un video sui propri canali social: una semplice ripresa degli allenamenti. José Mourinho entra in campo con Nicolò Zaniolo, i due guardano, parlano, si scambiano sorrisi, scherzano prima di cominciare il lavoro che dovrà accompagnare la squadra fino alla partita contro il Genoa, scrive Il Messaggero.
Messaggio chiaro: il polverone Zaniolo, al momento, non disturba il gruppo, anche se il tecnico e l’ambiente ne avrebbero fatto volentieri a meno. Il problema è aspettare e vedere quale sarà la strategia del club con uno dei suoi migliori talenti, intanto abbiamo capito che il numero 22 non è affatto incedibile.
Da qui a giugno la Roma e Zaniolo si giocano il futuro, sia perché c’è in ballo un rinnovo del contratto (milionario) sia perché l’apertura a una sua possibile cessione ha riaperto le porte a quei club interessati al numero 22 (lui gradirebbe, in caso di partenza, restare in Italia). Una valutazione economica è impossibile farla ora, perché Zaniolo è nel pieno del suo recupero e le sue possibilità tecniche sono quasi totalmente inesplorate.
C’è un discorso da fare, che accomuna questa gestione con quella precedente o con la prossima: il bilancio da tenere d’occhio da qui in avanti e sempre, ecco perché nessuno è incedibile. I Friedkin hanno messo soldi a ripetizione (il totale, dall’acquisto del club – agosto 2020 – è di 334,4 milioni) ma una mancata qualificazione alla prossima Champions League, sarebbe il quarto anno di fila, magari aprirebbe scenari simili a quelli del passato, quando il talento veniva acquistato, valorizzato e venduto per il bene dei conti.
Zaniolo, questo è noto, non vorrebbe andare via dalla Roma, sta trattando, con non pochi problemi, il rinnovo proprio per restare, oltreché per guadagnare quanto gli altri big della squadra. Ma davanti a offerte di un certo livello, come ha ribadito Pinto, non c’è «garanzia per nessuno», pur non avendo, il club, deciso la cessione di nessuno, tanto meno di Zaniolo, che accetterebbe la Juve di buon grado (anche per la sua vecchia passione per il bianconero: da bambino era tifoso della Juventus). La sua partenza, tuttavia, garantirebbe alla Roma una plusvalenza monstre.
Ricordiamolo: Nicolò arrivato nella Capitale nel 2018, inserito nell’affare Nainggolan, valutato appena 4,5 milioni di euro. L’Inter incasserebbe il 15% dalla sua futura rivendita. Siamo a una situazione un po’ diversa da quella vissuta fino a settembre scorso da Lorenzo Pellegrini e diversi sono gli scenari. Come Nicolò, il capitano stava trattando il nuovo oneroso contratto ma non c’era aria di una fumata nera, né sulla firma né su un suo futuro lontano da qui. «La nostra voglia e la sua di andare avanti insieme è la stessa», così ne parlava il gm della Roma, meno di un anno fa.
In vista della prossima stagione, se si vuole fare cassa con cessioni strategiche, la Roma non ha molto da proporre sul mercato, Nick è il gioiello più luccicante. Le fonti di denaro si contano sulle punte delle dita ed è il motivo per il quale, se si vuole fare una grande squadra, i big devono/dovrebbero arrivare e non partire, questo vorrebbe Mourinho.
Cessioni che possano portare grandi cifre? Pellegrini, Zaniolo, appunto, e poi c’è Abraham, sul quale c’è il discorso in ballo del controriscatto da 80 milioni del Chelsea. Per il resto, Pinto potrà arrangiarsi con cessione minori, da Veretout e Cristante, oppure Ibanez, che non potranno coprire la mancanza di ricavi, ma è presto per fare certi conti.
I big, lo abbiamo capito, potranno partire, come accade in tutte le società che puntano quasi in gran parte sull’autofinanziamento, ma dovrà comunque trasformarsi in un mezzo per essere più forti. Quindi se va via Zaniolo, o chi per lui, dovrà arrivare un pari livello (magari un grande parametro zero), o quasi. Altrimenti sarebbe scontato un ridimensionamento, che uno come Mourinho avrebbe difficoltà ad accettare. E forse nemmeno Pinto.
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