(Gazzetta dello Sport – A. Catapano) Il derby dei cretini lo hanno già disputato e, come da tradizione, lo hanno vinto entrambi, romanisti e laziali che ieri hanno imbrattato per offendersi (sic!) reciprocamente un muro dei Parioli con svastica e scritta antisemita. L’episodio – non è il primo, non sarà l’ultimo: siamo la città in cui ognuno rinfaccia all’altro il tifo di Anna Frank – dimostra che non bisogna mai abbassare la guardia, perché il derby dei cretini è sempre in agguato. Questo, oltretutto, torna a giocarsi di sera, dopo un’eternità: a cinque anni di distanza – per la precisione 1.833 giorni – dall’ultimo, che fu molto più movimentato, si fa per dire, fuori dallo stadio che sul campo: scontri tra tifoserie e contro le forze dell’ordine prima e dopo la gara (che finì 1-1), otto feriti, sei accoltellati, lanci di bottiglie e sassi, sequestri di coltelli, bastoni, asce. Una guerriglia urbana che costrinse l’allora Prefetto Giuseppe Pecoraro (oggi Procuratore Figc) a comunicare alla Lega di Serie A: «Mai più derby di sera».
SU E GIU’ «Non se ne può più, è intollerabile», dissero più o meno tutti, dal sindaco (c’era ancora Gianni Alemanno) in giù. Da quel giorno, il derby serale andò effettivamente in soffitta. E nelle stagioni che seguirono arrivarono ulteriori restrizioni, fino alle celeberrime barriere, che si rivelarono necessarie per riportare la legalità nelle curve dell’Olimpico. Obiettivo centrato, assicurano le autorità di pubblica sicurezza. I muri sono venuti giù un anno fa, nel derby di ritorno di coppa Italia, anche per il peso degli appelli «politici», da quello del ministro Lotti (che fu ringraziato dalla curva Sud) a quelli firmati Malagò. Stasera, cade l’ultimo tabù, la notturna.
POSTA IN PALIO Possiamo stare tranquilli? La Questura ha appena comminato 4 Daspo (due per parte, per episodi relativi a Lazio-Milan e Roma-Barcellona) e per stasera si teme l’arrivo di ultrà stranieri con intenzioni bellicose, ma il clima che si respira in città, effettivamente, è meno pesante che in passato. Venerdì il questore Marino ha ricevuto Lotito e Baldissoni, confidando nella collaborazione di entrambi per garantire «una giornata di sport e correttezza». La posta in palio è sufficientemente ghiotta da non concedere distrazioni: chi vince stacca l’altro nella corsa alla prossima Champions. I risultati europei di questa settimana, poi, danno alla sfida un valore aggiunto: per i romanisti, vincerla significherebbe continuare a vivere un sogno; per i laziali, mettere una pietra sopra la debacle di Salisburgo. Viceversa, i primi tornerebbero sulla terra, gli altri sprofonderebbero in un incubo.
50 MILA L’apertura di credito nei confronti dei tifosi è totale. A riprova la riduzione del cuscinetto che divide laziali e romanisti in tribuna Tevere, operazione che ha liberato altri duemila tagliandi. Il numero di agenti (un migliaio) e steward (800) in servizio nell’area dello stadio resta invece quello da massima allerta. Come le limitazioni alla viabilità, gli inviti a recarsi allo stadio con i mezzi pubblici e le misure per evitare che il grosso delle due tifoserie entri in contatto. L’Olimpico non sarà esaurito – ieri sera c’era ancora ampia disponibilità di Tevere e Monte Mario e perfino biglietti dei settori romanisti –, ma sarà comunque un derby da almeno 50mila spettatori.
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