Rassegna stampa
Fonseca e il rebus della difesa a tre. La soluzione è Mancini
NOTIZIE AS ROMA MANCINI – Da parte della Roma, contro il Parma, abbiamo visto un approccio blando, come spesso capita. Il tecnico emiliano D’Aversa piazza subito Cornelius sulla destra per tagliare verso il centro al primo lancio buono: “Hai visto mai che Cristante sbaglia?”.
E infatti sbaglia, si mette male col corpo e si fa prendere in velocità da un avversario che era già andato in torsione per conto suo. Ma perché Cristante? Torniamo ai migliori momenti della Roma di quest’anno (sono pochi quindi non si fatica a trovarli). In quei frangenti la Roma si è spesso schierata con il 4-1-4-1, nel quale Mancini svolgeva il compito di vegliare il centrocampo sistemato davanti alla difesa. In quella situazione Mancini poteva e potrebbe ancora fungere, a seconda del possesso palla, da primo difensore e da ultimo centrocampista, lasciando ai due che gli giocano dietro il compito di marcare.
Perché non riprovarlo? Farebbe il libero avanzato. Ma se poi tagliamo a fette un campo di calcio in senso orizzontale, Mancini e i due difensori più arretrati formerebbero, al centro, una difesa a tre. E la Roma sarebbe forse più protetta, soprattutto dai lanci alti. Solo che a quel punto, al contrario di quanto accade nella difesa a tre canonica, gli esterni bassi avrebbero due chiavi interpretative del modulo perché di fatto giocherebbero in una difesa cinque mascherata da difesa a quattro. In pratica la Roma avrebbe una difesa a tre senza averla. La soluzione porterebbe altri tre vantaggi: essere più aggressiva, utilizzare più trequartisti o esterni alti, che alla Roma abbondano e affiancare Pellegrini a Veretout: alla Aquilani.
(La Repubblica)
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