Paulo Fonseca

ULTIME NOTIZIE AS ROMA FONSECA FRIEDKIN – Sono bastati cinque giorni perché la Roma finisse capovolta. La pesante sconfitta subita nel derby con la Lazio e la sorprendente eliminazione agli ottavi di Coppa Italia per mano di uno Spezia in versione «light», cioè imbottito di riserve, ha raso al suolo tutti i sogni e i bisogni che i primi mesi stagionali avevano anabolizzato nell’universo giallorosso, riferisce la Gazzetta dello Sport.

In questo senso, lo striscione appeso ieri fuori da Trigoria è stato eloquente: «Dunque le palle non le avete: indegni». Insomma, le benedizioni che Papa Francesco ieri ha riservato ai dirigenti e ai calciatori della squadra ligure, si può dire che si siano virtualmente specchiate nelle maledizione che i tifosi della Roma hanno riservato ai protagonisti di una delle più imbarazzanti brutte figure degli anni recenti. Un flop che è tracimato anche fuori dal campo, come il caso del regolamento ignorato ha reso evidente.

Se la resa dei conti dirigenziale è subito cominciata, la nuova proprietà ha messo sotto esame anche Paulo Fonseca. Non è un mistero che l’allenatore già a inizio stagione sia stato in bilico, ma poi la squadra aveva preso un passo che aveva fatto ben sperare tutti, a cominciare dalla famiglia Friedkin, che fa ribadire di essere «ambiziosa».

Adesso, invece, i nuovi proprietari sono innanzitutto esterrefatti, e per due ragioni: la brutta figura rimediata per il caso sostituzioni e la frenata improvvisa della squadra. A difendere l’allenatore, però, ieri pomeriggio è toccato al nuovo general manager Tiago Pinto, che ha spiegato come non sia nel suo stile intervenire in questo modo e che, quanto meno, prima vorrebbe conoscere meglio la realtà in cui è piombato.

Dan e Ryan Fredkin, presenti insieme al ceo Guido Fienga, hanno preso atto di questa assunzione di responsabilità, anche se il «cahier de doleance» nei confronti dell’allenatore si sta allungando A Fonseca viene rimproverata una mancanza di leadership, il che non significa che i giocatori gli siano contro. Se i rapporti con capitan Dzeko non sono idillici, leader come Mancini e Pellegrini anche ieri hanno ribadito (insieme agli altri) di essere dalla sua parte.

Logico, però, che a giocatori e dirigenti non sfugge la debolezza negli interventi a partita in corso, così come la fragilità del suo staff tecnico, che ha pochissimo ascendente sul gruppo. In questa chiave, restano le perplessità su una preparazione che anche in questo gennaio, come un anno fa, potrebbe essere una delle concause della crisi.

In ogni caso, l’intenzione dei Friedkin è di dare un’altra chance a Fonseca e la prossima partita con lo Spezia sembra essere quella giusta per risollevarsi o affondare. D’altronde, se il bilancio non fosse stato così in sofferenza, già a inizio stagione l’offensiva su Allegri, contattato, si sarebbe materializzata. Il nome dell’ex allenatore della Juve, comunque, resta sempre valido, così come quello di Maurizio Sarri, ancora sotto contratto con i bianconeri. Entrambi, pero, preferirebbero cominciare l’avventura in estate, e con un impegno a lungo termine.

Come traghettatori, invece, sono sul tavolo i nomi di Mazzarri, a cui andrebbe bene anche un rapporto fino a giugno, e quello di Spalletti, sotto contratto con l’Inter, la cui bravura non è in discussione, ma che sarebbe un nome divisivo nel mondo romanista per via dello strappo mai rimarginato con Totti. Occhio però alle novità che può portare Pinto.

Sta cominciando infatti a prendere quota, infatti, il nome di Lorenzo Jardim, 46 anni, nato in Venezuela ma da genitori portoghesi, che ha guidato anche l’Olimpiacos, lo Sporting Lisbona e il Monaco, con cui ha vinto il titolo nel 2017. Insomma, per Fonseca c’è una conferma a orologeria, perché la pazienza dei Friedkin si sta esaurendo. Con lo Spezia, ancora una volta, sarà chiamato a dare risposte.



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