Mai come in questo caso, beata gioventù. Perché Volpato e Bove hanno salvato la Roma da una figuraccia e perché quando in campo ti aspetti qualcosa da (presunte) stelle milionarie, sono proprio i ragazzini a ricordarti che il calcio è fatto di sogni, passioni, cuore, scrive La Gazzetta dello Sport

Tutti sentimenti che la Roma ha ritrovato di colpo quando Mourinho, non sapendo più a che santo votarsi, ha buttato dentro prima Zalewski, poi Volpato e infine Bove. Scaglionati, uno dietro l’altro, sperando che almeno loro ci potessero mettere qualcosa in più. E in questo Mou ha avuto ragione, perché i gol di Volpato e Bove non solo hanno evitato la dodicesima sconfitta stagionale, ma hanno ridato fiato e anima a una squadra che sembrava smarrita.

Che poi a pensarci bene, il lancio dei baby è forse l’unica cosa davvero Special nella stagione di Mourinho. Perché se fino a ieri il più giovane marcatore della Serie A era Felix (ieri deludente), adesso è invece Cristian Volpato, 18 anni lo scorso 15 novembre. Una staffetta fatta in casa. 

«Sono contento per il gol, ma mi dispiace per il pareggio – dice lui -. Mou mi ha detto di entrare, giocare semplice e fare il primo passaggio. Invece ho segnato, il mio gioco è attaccare e creare qualcosa. Mou è un allenatore top, cerco di apprendere dai suoi consigli. Sono un trequartista, ma posso giocare anche da 8». Del resto, che Volpato fosse un predestinato a Trigoria lo pensavano tutti da quando il giovane italoaustraliano (nato a Camperdown, sobborgo di Sydney, da papà italiano e mamma australiana) stregò la Roma segnandole nel 2019 tre gol in un torneo in Malesia, con l’Australian Soccer Academy.

I giallorossi lo presero a inizio 2020, affidandolo a papà De Rossi, nella Primavera. Lui, invece, si è affidato a Totti, che ne ha fatto un gioiellino della CT10 Management. Ieri Totti era all’Olimpico assieme a De Rossi. «Francesco è come un fratello, mi dà sempre consigli – continua Volpato -. L’obiettivo era debuttare, già per i primi due minuti mi sono innamorato. Il mio idolo? Maradona». 

Trequartista con un fisico possente, Volpato può giocare anche seconda punta. Se lo contendono le nazionali giovanili di Italia e Australia, con i canguri che gli hanno promesso quella maggiore e il Mondiale in Qatar. «Mourinho gli ha consigliato di seguire il cuore – ha detto papà Oscar – e l’ha fatto riflettere sul fatto che se scegliesse l’Australia, a ogni chiamata dovrebbe andare dall’altra parte del mondo. Totti? Gli ha detto di non pensare alla Nazionale, ma di concentrarsi sulla Roma».

Ma se Volpato ha rianimato la Roma, con Bove è tornata a respirare con il 2-2 che ha fatto esplodere di gioia l’Olimpico. «Il primo gol in A è una grande emozione, da lì un portiere si aspetta il cross, ho provato ed è andata bene – dice Edoardo -. C’è rammarico per il risultato, avremmo voluto di più. Cosa ci ha detto Mourinho all’intervallo? Nulla di particolare. L’atteggiamento è cambiato e siamo riusciti a recuperare». 

Lui aveva già fatto vedere cose interessanti, ma è in quel tiro che si è preso le rivincite di una stagione vissuta in attesa dell’occasione giusta. Perché dalla scorsa estate le offerte per Edo sono state tante, ma Mou lo ha voluto con sé, dichiarandolo incedibile. E lui ha accettato, sperando nel raggio di luce. La prima grande gioia era però arrivata nell’esordio da titolare, in Conference League, in casa del Cska Sofia. Romano dell’Appio-Latino, iscritto al corso di Laurea in Economia e Management alla Luiss, ha iniziato nella Boreale Don Orione, dove l’ha scovato Bruno Conti. 

Alla Roma da 9 anni, Fonseca lo fece esordire in prima squadra, e Diego Tavano, il suo agente, lo aiuta nella crescita. «Quando cresci in una squadra da quando sei nato, pensi alla tua famiglia e ai sacrifici – continua Bove – . Siamo giovani, ma tutti ci aiutano a crescere. C’è un buonissimo clima e se ci viene data l’opportunità proviamo a sfruttarla». E da ieri ce ne saranno di più, questo è sicuro.



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