NOTIZIE CAGLIARI-ROMA 3-4 – Il successo alla Sardegna Arena vale più di qualsiasi considerazione sulla Roma di oggi e di domani, sul gioco e sulla rosa, sul rosso lasciato dalla proprietà uscente e sull’ambizione garantita da quell’entrante: al 26° turno di campionato conta solo restare in corsa per la Champions.
Immediata la replica all’Atalanta: Gasperini ha dato spettacolo sul campo del Lecce, Fonseca ha vinto meritatamente su quello del Cagliari (3-4) per rimanere a -3 in classifica (i nerazzurri hanno però la gara con il Sassuolo da recuperare e il vantaggio negli scontri diretti). Più completa la prestazione della rivale per il 4° posto, solo parziale quella dei giallorossi. Sintetizzata dal comportamento nelle 2 fasi, una l’opposto dell’altra: ottima la proposta offensiva, insufficiente la tenuta difensiva. Squadra efficace e al tempo stesso fragile. Senza equilibrio, ancora da ritrovare.
Fonseca, e non solo per ritrovare qualche energia dopo lo sforzo in Belgio, cambia 5 giocatori dopo il pari di Gent e, scegliendo gli interpreti giusti per il 4-2-3-1, va a dama: 2° successo di fila in campionato e 2° poker consecutivo dopo quello al Lecce. La rotazione coinvolge, dunque, metà squadra, con l’obiettivo di riacquistare la solidità e migliorare la finalizzazione.
La Roma, pur restando vulnerabile, è riuscita ad approfittare della crisi del Cagliari che non vince da più di 3 mesi (5 dicembre 2019) e che, contestato dalla tifoseria, ormai viaggia a ritmo da zona retrocessione (raccolti 4 punti in 11 gare: 7 ko e 4 pari). Scelte, dunque, mirate: fuori, oltre allo squalificato Mancini, Spinazzola, Veretout, Perez e Dzeko. Il terzino è da preservare, il centrocampista non sta bene, il giovane va in altalena e il capitano è stanco. Dentro Peres, Fazio, Villar, Under e Kalinic. Dal cilindro esce il centravanti di scorta: in meno di un quarto d’ora segna il doppio delle reti segnate nel 2019 e indirizza la sfida. I rossoblu, a quanto pare, lo ispirano (6 gol e 3 assist)
L’ex Olsen è protagonista solo all’alba del match: decisivo su Mkhitaryan, Kalinic, Under (con la palla che poi si stampa sulla traversa) e Peres. La Roma, basta contare le occasioni da gol per rendersi conto della spavalderia mostrata in partenza, conquista subito campo per dare un senso alla giornata. Aggressività, coraggio e velocità: lo spirito è quello chiesto da Fonseca.
La vivacità di Under, la maestosità di Mkhitaryan, la disponibilità di Kluivert, l’intraprendenza di Peres e la fisicità di Cristante fanno la differenza. Anche Villar, semplice e ordinato, si presenta, al debutto da titolare, con personalità. Da applausi il gol di Joao Pedro, con Smalling che chiude in ritardo e con Pau Lopez che forse è un passo avanti: controllo di coscia e pallonetto di contro-balzo. Ingiusto, senz’altro, lo svantaggio. Che, però, non rovina la prestazione.
Subito il pari: cross di Kolarov, intervento maldestro dell’ex Pellegrini e rete di Kalinic (16° marcatore stagionale, 13° in campionato). Il vice Dzeko interrompe il suo lungo digiuno: sono passati 13 mesi e mezzo dal gol segnato con la maglia dell’Atletico Madrid, in Coppa del Re, al Girona (16 gennaio 2019). Dall’ultimo in A, alla fine della sua avventura al Milan, quasi due stagioni, contro la Fiorentina (20 maggio 2018). Addirittura concede il bis prima dell’intervallo su assist di Mkhitaryan, rapido e pratico. Doppietta ritrovata dopo più di 2 anni da quella in rossonero contro l’Udinese (17 settembre 2017). Il 4-3-1-2 del Cagliari va in tilt: male dietro e gli ex Pellegrini e Nainggolan. Al flop, più tardi, si unirà pure Olsen.
Traversa di Kliuvert che, su spizzata di testa proprio di Kalinic, firma il tris. La Roma, tanto per complicarsi il pomeriggio, stacca la spina. E assiste alla mossa della disperazione di Maran: dentro Simeone e Pereiro che fa centro da limite (1° gol in A). Dormita di coppia: Smalling e Fazio. Kolarov, punizione da destra, chiude il match: è il ciuffo di Mkhitaryan a ingannare Olsen. Smalling lo tiene aperto: mano in area, Di Bello lo scopre su chiamata del Var. Pau Lopez respinge il tiro di Joao Pedro che, di testa, fa comunque festa. Personale, però. Il successo giallorosso inguaia Maran.
(Il Messaggero)
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