Alla fine, è stato una specie di autogol, scrive La Gazzetta dello Sport. Visto che le società di Serie A vogliono certezze economico-finanziarie in tempi rapidi, la sensazione è che anche il “caso” scoppiato ieri per via delle lettera inviata alla Sottosegretari allo Sport, Valentina Vezzali, e al presidente del Coni, Giovanni Malagò, possa portare a esiti diversi da quelli sperati.
Dallo spettro del possibile commissariamento della Lega stessa, fino alla concomitanza delle esigenze del calcio con l’Olimpiade invernale di Pechino, tutto sembra giocare contro i signori del pallone. Visto che il nuovo consiglio federale ancora non è stato fissato, difficilmente il presidente Gabriele Gravina prenderà una iniziativa del genere prima della seconda metà di febbraio.
Tra l’altro, secondo quanto riferiscono fonti del Coni, il parere del Collegio di Garanzia potrebbe risultare vincolante e quindi indirizzare le decisioni di tutti gli attori deputati a giocare un ruolo di primo piano in questa vicenda, che potrebbe alterare gli equilibri economici del club, a partire, ad esempio, dalla vendita dei diritti d’archivio a quella dei cosiddetti “tappetini” televisivi.
In ogni caso, come dicevamo, c’è anche la questione relativa ai tempi d’intervento per quanto riguarda le richieste della Serie A. Ieri il presidente Malagò è partito per Pechino, mentre il sottosegretario Vezzali – che sarebbe dovuta partire il 3 febbraio – dovrà quanto meno rinviare per aver contratto il Covid. La stessa Vezzali, però, in alcune delle sortite più recenti, per quanto riguarda gli aiuti economici, aveva parlato di un tavolo condiviso per tutto lo sport, senza cioè che il calcio goda di una corsia preferenziale.
Che cosa significa questo? Che per aprire il dialogo bisognerà coinvolgere tutte le discipline e perciò aspettare la fine del mese di febbraio, quando cioè Malagò sarà di ritorno dall’Olimpiade. In questo senso, sul fronte ristori causa pandemia, le società di calcio saranno chiamate ancora a navigare a vista, potendo contare solo sulla certezza di aiuti per i tamponi e per sgravi e rateizzazioni fiscali. Tutto sommato, nei confronti del calcio di élite non manca qualche pregiudizio “populista”, ma se è vero che la forma è sostanza, la lettera a Vezzali e Malagò non aveva i crismi di un «dolce stil novo» di cui forse ci sarebbe bisogno.
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