AS ROMA NEWS FIORENTINA MOURINHO – La quiete dopo la tempesta. Anche se forse, in questo caso, sarebbe più appropriato parlare di silenzio. Oggi infatti José Mourinho non si presenterà davanti ai microfoni per quella che – una volta – poteva essere definita come «consueta» conferenza stampa pre-partita, scrive La Gazzetta dello Sport.
Nulla di anomalo considerando che, ormai da un anno e mezzo, lo Special One ha adottato la routine di non parlare alla vigilia delle gare del weekend nelle settimane in cui la squadra è impegnata in coppa (o in caso di turno infrasettimanale). Stavolta però, a causa delle dichiarazioni infuocate rilasciate dopo la vittoria con il Genoa, la scelta del tecnico salta particolarmente all’occhio. Anche perché, prima di giovedì scorso, l’ultima volta che aveva incontrato i giornalisti italiani era stato alla vigilia di Sassuolo-Roma del 9 novembre.
Alla base della scelta di Mourinho c’è una filosofia chiara. In caso di squalifica – come accaduto prima dei match con Bologna e Milan – non potendo guidare la squadra direttamente dalla panchina, il tecnico non considera opportuno analizzare la gara. Quando invece la Roma – come spesso accade – si ritrova a giocare tre gare nel giro di una settimana, non c’è motivo di tenere una conferenza stampa ogni 48 ore. Una decisione che non vìola alcuna norma regolamentare: per quanto riguarda il giorno della vigilia, le uniche conferenze obbligatorie sono quelle organizzate dalla Uefa (non le salta mai). Nel post partita invece – nel caso in cui non dovesse presentarsi davanti alle telecamere – la Roma può facilmente evitare di contravvenire al regolamento che norma i diritti televisivi, mandando uno o più giocatori a rilasciare dichiarazioni.
Se da un lato la volontà di limitare l’eccessiva esposizione mediatica appare legittima, è altrettanto vero che così facendo lo Special One rischia di privarsi di una delle sue armi migliori. Oltre ad essere uno degli allenatori più vincenti del calcio moderno, Mourinho è anche uno dei comunicatori più potenti ed efficaci nella storia dello sport. Una dote preziosa, che spesso si è rivelata il suo asso nella manica. Che sia in grado di lasciare il segno, smuovere coscienze e – ogni tanto – convincere il proprio club a cambiare piani in corsa è fuori discussione. Allora perché rinunciare ad un simile «superpotere»?
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA