Edin Dzeko

(Gazzetta dello Sport – M. Cecchini) Un giorno lo aveva spiegato lui stesso con disarmante onestà. «Se fossi un giocatore da 50 gol a stagione, forse costerei 80 milioni e non sarei mai stato preso dalla Roma». Edin Dzeko, in fondo, non ha mai nascosto i suoi limiti, semmai ha minimizzato i suoi pregi, visto che stiamo parlando di un giocatore che è stato capocannoniere in Germania (col Wolfsburg nella stagione 2009 -2010: 22 gol) e in Italia (2016-17: 29 gol). Chissà, forse proprio la differenza di rendimento con lo scorso anno sembra far lievitare il suo momento negativo, che pure fa seguito ad un inizio straordinario.

CRISI STANFORD – Non nascondiamoci. Se la Roma in questo momento ha solo il 6° attacco del campionato è anche perché il suo miglior goleador è in difficoltà. I motivi sono difficilmente spiegabili perché Dzeko le occasioni le ha e sa crearsele, ma al momento non riesce a finalizzarle. La svolta negativa, paradossalmente, sembra essere arrivata nel momento più alto, ovvero dopo la doppietta realizzata a Stanford Bridge che ha santificato uno spettacolare 3-3 contro il Chelsea. Se consideriamo anche quella partita, Dzeko nei primi 10 match stagionali aveva timbrato altrettante volte. Una media fantastica che rende ancor più inspiegabile la successiva serie ancora aperta: nelle ultime 13 gare giocate, il centravanti è andato a segno solo una volta, in casa contro la Spal. A questo punto, forse, è più facile capire come gli ultimi 7 match della Roma abbia fatto registrare 3 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte, con 7 gol all’attivo e 6 al passivo.

IL RIGORE – Che Dzeko non sia sereno, d’altronde, probabilmente lo rivela anche l’episodio del rigore sbagliato col Torino. La settimana prima, al termine del match col Cagliari in cui a fallire il penalty era stato lo specialista Perotti, Di Francesco sul tema dei rigoristi aveva spiegato: «Edin non è che ne ha indovinati tanti in passato. Un attaccante deve chiedertelo di tirare e lui in genere non lo fa». Chissà, forse spronato da queste parole, in Coppa Italia – subito dopo che Schick si era procurato il penalty – il bosniaco si è presentato sul dischetto, col silenzioso avallo di Perotti, fresco di errore. L’esito è noto: Dzeko ha sbagliato il 3° rigore degli ultimi calciati in giallorosso e la Roma è stata eliminata.

VERSO LA JUVE – E adesso? Se la vita fosse una favola, il lieto fine sarebbe scritto: Edin domani segnerebbe a Torino il gol della vittoria, archiviando così la crisi e ricongiungendosi idealmente alla sua prima sfida contro i bianconeri – all’esordio all’Olimpico – quando grazie ad una sua rete La Roma vinse 2-1. Era il 30 agosto 2015 e tutto sembrava a portata di mano. Certo, le favole sono rare in questo mondo, ma a pensarci bene – Coppa Italia a parte – anche ora è tutto possibile. Basta crederci.



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