NOTIZIE AS ROMA FONSECA – A pensarci bene, ciò che accade alla Roma è materia letteraria. Qualcosa che ha a che fare con l’Odissea – che racconta del viaggio più disagevole che si possa immaginare – e i racconti di Kafka, in cui il protagonista si trova a fronteggiare una burocrazia severa.
Il viaggio di trasferimento da Fiumicino a Siviglia, schedulato per oggi alle 15.30, nelle ultime 24 ore è diventato problematico come passare fra Scilla e Cariddi o entrare nei meandri del «Castello», anche se alla fine l’ottimismo a Trigoria, in attesa della ufficialità di oggi, è tenace come la voglia di Itaca di Ulisse. Ma la decisione del governo spagnolo di vietare tutti i voli provenienti dall’Italia, può far saltare il programma dei giallorossi.
La domanda ieri era solo una: come fare ad arrivare a Siviglia? Che il problema, in tempi diversi, riguardi anche Getafe e gli stessi sivigliani (per il rientro a casa), oltre che Inter e Napoli, a Trigoria non consola nessuno, anche perché, secondo l’universo giallorosso, ciò che manca è la capacità decisionale della Uefa. Comprensibile, in fondo, che Friedkin, dagli Usa, abbia deciso di rallentare il suo avvicinamento al club (mentre la Conso accende i fari su ciò che ha fatto oscillare il titolo).
Tonando alla Uefa, non è un caso, perciò, che Fonseca abbia chiesto uniformità di gestione del calcio in un momento di crisi del genere. «C’è una cosa che è più importante del calcio, che è la salute delle persone. Penso che in questi giorni verranno prese delle decisioni molto importanti e non dovrebbero essere prese solo dai rispettivi campionati, ma anche in collaborazione con l’Uefa. Non possiamo fermarci nel in Serie A e poi giocare Valencia-Atalanta, per esempio. Il coinvolgimento della Uefa sarà decisivo per tutti».
La Uefa peraltro ieri, sollecitata anche dalla Figc, ha cercato di mediare col governo spagnolo per ottenere una deroga per la Roma, ma ottenendo per ora solo ottimismo, anche perché la comitiva giallorossa è stata ridotta a meno di cinquanta persone. Il filo diretto tra i due club c’è stato – si sono parlati il d.s. Monchi e il vice presidente Baldissoni – ma la decisione non dipende da loro.
E’ stato partorito anche un Piano B, cioè quello di volare sino a Faro, in Portogallo, per poi trasferirsi in pullman a Siviglia, facendo circa due ore di viaggio (faticoso), che la Roma vorrebbe evitare. Tra l’altro, non si capisce perché entrare in Spagna così piuttosto che con un aereo sia meno pericoloso per il contagio. Misteri della burocrazia, appunto, di cui oggi si attende l’ultima parola. E tutto lascia pensare che il buon senso prevalga.
(Gazzetta dello Sport)
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