La sensazione di accerchiamento può persino produrre dei vantaggi. Uno su tutti: la compattezza, scrive il Corriere dello Sport. Stringersi e isolarsi dal mondo esterno per rimanere più vicini, dividendo il “noi” dal “loro”: è la strategia di Mourinho, che ha creato una Roma a immagine e somiglianza della sua gente. 

Una squadra che vive in luna di miele perenne con il proprio popolo, come non accadeva dalla stagione dello scudetto sfiorato con Ranieri e, andando più a ritroso, dal 2000-01. Oggi la Roma non lotta per il vertice e fatica anche contro le piccole, eppure allo stadio si percepiscono sempre vibrazioni importanti. Oggi la Roma si sente «piccola agli occhi del potere», è ottava in classifica, ma riceve valanghe di applausi e il tecnico viene costantemente osannato dalla Curva Sud. 

Sabato scorso, in Roma-Verona, Mourinho ha ricevuto una standing ovation dopo l’espulsione e l’ennesima protesta nei confronti degli arbitri. Trascorse 24 ore, l’allenatore ha trovato fuori dal centro sportivo uno striscione: «La nostra fede, la tua mentalità: hai le chiavi di questa città». 

Non potendo conquistare il pubblico con le vittorie, José ha iniziato a toccare i tasti dell’anima, risvegliando il sentimento romanista più profondo anche in chi aveva preferito metterlo da parte dopo gli addii di Totti e De Rossi: quello che fa sentire orgogliosi di appartenere a una storia, a prescindere dal risultato. 

«Amo questo popolo e per loro combatto» ha scritto su Instagram lo Special One. I tifosi hanno capito le difficoltà della squadra, ne apprezzano lo spirito (segnali positivi in questo senso arrivano dagli ultimi due pareggi, entrambi in rimonta) e confermano puntualmente la loro presenza allo stadio. Perché “Mai sola mai” non è soltanto un brano, amatissimo, cantato nei pre-partita: sta diventando uno stile di vita. 

A La Spezia, domenica pomeriggio, il settore ospiti sarà pieno in ogni ordine di posto: il sold out è stato raggiunto in meno di due giorni. In questo campionato è accaduto spesso, con vari esodi in giro per l’Italia. All’Olimpico la situazione è simile: Roma-Verona ha fatto registrare il nono “tutto esaurito” casalingo della stagione (5 con capienza al 50% e 4 con capienza al 75%) e, proseguendo ai ritmi di vendita delle ultime ore, anche Roma-Atalanta (5 marzo) e Roma-Lazio (20 marzo) avranno lo stesso destino. 

Per la sfida ai bergamaschi sono stati già venduti 8.500 biglietti, da sommare ai 21.710 abbonati. Per il derby del 20 marzo, invece, sono già 32 mila i romanisti certi di un posto (quasi 11 mila tagliandi singoli venduti). Considerando che 14 mila biglietti sono riservati ai tifosi della Lazio, manca davvero poco alla soglia dei 50 mila ingressi consentiti con le attuali limitazioni. 

Nessuno, fin qui, ha riempito lo stadio meglio della Roma. Con la capienza al 75% (quella in vigore) la società giallorossa fa registrare una media di 48.527 tifosi a partita, mentre considerando anche il 50% si attesta a quota 36.541; cento spettatori in meno dell’Inter, che però ha un impianto più grande e più capiente. Una passione da record. 



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