«Ce stanno prendendo per stanchezza», ha scherzato un tifoso, mano a mano che l’orario di inizio del vertice slittava dal pomeriggio fino a dopo cena. Cento? Forse i tifosi in piazza del Campidoglio erano anche meno. Altro che assalto ultrà. L’assedio dei romanisti al Palazzo per convincere la giunta Raggi a dare il via libera a stadio e grattacieli a Tor di Valle non c’è stato. Se la Roma sperava in una mobilitazione del suo popolo per fare pressing sul Movimento 5 Stelle, il risultato ottenuto è stato deludente. L’unica reazione, i cori di festeggiamento alla fine quando è stato annunciato l’accordo.
IDENTIFICATI – Dopo i risultati poco lusinghieri del sistema di sicurezza durante la protesta di tassisti e ambulanti di martedì scorso, ieri è stato schierato un massiccio sistema di controllo della piazza, ma la blindatura si è rivelata sostanzialmente inutile. Si trattava comunque di una manifestazione non autorizzata e per questo la Questura in serata ha fatto sapere: «I partecipanti sono stati tutti ripresi con le telecamere, la Digos è già al lavoro per identificare le persone che saranno deferite all’autorità giudiziaria». Critico Roberto Giachetti, consigliere comunale e parlamentare del Pd: «Ridicolo, in Campidoglio si svolgono decine di manifestazioni non autorizzate, a partire da quella dell’altro giorno dei fan della sindaca». Chi ha manifestato? Non c’erano i gruppi organizzati della curva sud, i rapporti con James Pallotta non sono mai stati idilliaci. C’erano i ragazzi di un gruppo di Facebook che sostengono il progetto di Tor di Valle. Esponevano lo striscione con scritto: «Sì allo stadio – Basta melina!». Si sono alzati pochi cori, ai microfoni di radio e tv qualche tifoso urlava: «La sindaca ci deve spiegare perché vuole dire no a un investimento fatto tutto con i soldi dei privati. Soprattutto: ci desse una risposta, o sì o no». «Ci ricorderemo di loro alle elezioni, le ragioni ambientali sono inventate, non hanno visto il progetto». Arrivati attorno alle 16, i manifestanti hanno dovuto anche combattere con l’inclemenza del tempo, ma soprattutto contro la stanchezza per il ritardo dell’incontro che avrebbe dovuto essere decisivo. A causa del malore della Raggi, al mattino in osservazione al pronto soccorso dell’ospedale San Filippo Neri, l’orario di inizio è slittato prima alle 18, poi alle 19, alle 21, infine a più tardi ancora. Fin qui l’attesa sotto Palazzo Senatorio. Poi c’è l’umore dei tifosi romanisti che rimbalza sui social e sulle radio romane. Chi pensa che vi sia un blocco granitico a favore del progetto di Tor di Valle, sbaglia.
DIVISI – Anche la linea degli opinionisti delle varie emittenti che si occupano della Roma non è monolitica: oltre alla radio ufficiale della società ve ne sono un altro paio a favore dello stadio; altrettante però non sostengono il progetto. Ma ci emergono dubbi anche dalle telefonate in diretta dei supporter a cui non sono piaciute alcune dichiarazioni dell’altro giorno di Pallotta, apparse come una sorta di ricatto. «Senza stadio ci saranno conseguenze catastrofiche», ha detto il proprietario della Roma, quasi a far presumere che in caso di no a Tor di Valle, la cessione di pezzi più pregiata della squadra sarebbe inevitabile. Lo stesso Spalletti l’ha buttata là: «Pallotta potrebbe vendere la società». «Ma lo stadio non sarebbe della Roma – dicono i giallorossi anti Tor di Valle – sarebbe di Pallotta, lui sta solo usando la società. E i grattacieli a che servono?». La piazza semivuota di ieri pomeriggio, pur con la giustificazione del maltempo e della giornata lavorativa, conferma che il popolo giallorosso non è pronto in massa a seguire Pallotta nell’ultima battaglia di Tor di Valle. E questo rafforza il fronte del no nel Movimento 5 Stelle.
(Il Messaggero – S. Carina/M. Evangelisti)
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