Gianluca Mancini

Ognuno di noi, in fondo, ha dentro qualcosa della propria terra. Così ci piace pensare che Gianluca Mancini, dalla sua Pontedera, abbia preso un po’ dello sprint della Piaggio, simbolo industriale della città, e anche qualcosa del primo teatro fondato tra le mura antiche, quello dei «Ravvivati» o dei «Risorti».

Era la fine del XVII secolo quando si sentì un tale bisogno di rinascita, ma la sensazione, adesso, sembra essere davvero d’attualità, in un’Italia così inebetita dalla paura e della proibizioni. In tempi di coronavirus, d’altronde, anche il difensore della Roma deve far fronte all’isolamento con scienza e coscienza, trovando il tempo per azzannare il presente con i denti della speranza. È vero, tutto andrò bene, però occorreranno settimane da trascorrere utilmente. Proprio come fa lui.

«La mia routine di giornata è svegliarmi, fare colazione, aiutare un po’ mia moglie nelle cose di casa. Visto che prima non c’ero mai, pranzare e iniziare il programma di lavoro che la Roma ci ha mandato – spiega a Sky -. Mi alleno perché è importante mantenere la condizione fisica al meglio, visto che il campo ci manca, ma è fondamentale non uscire e seguire le giuste indicazioni che ci ha dato il governo».

Se le norme sono vincolanti, la sensibilità non lo è. Così collaborare ai progetti di sostegno di «Roma Cares» per Mancini è un privilegio. «Sono molto orgoglioso della mia società. La Roma ha aperto una campagna di donazione per l’ospedale Spallanzani e l’obiettivo è arrivare a 500 mila euro. Noi giocatori e staff tecnico siamo rimasti colpiti e vogliamo essere partecipi. La Fondazione, tra l’altro, negli ultimi giorni ha donato anche 13 mila mascherine e gel igienizzanti».

Il «tra l’altro» conta parecchio, perché davvero la Roma è in prima linea, anche grazie alla iniziativa di supporto agli abbonati «over 75» per spesa e kit sanitari. Ma il cuore di Gianluca è anche a Bergamo, dove ha giocato a lungo. «È una situazione surreale, soprattutto per loro. Mando un abbraccio a tutti loro e dico “mola mia” (“non mollare” in dialetto bergamasco, ndr). Sono un grande popolo, sapranno sicuramente rialzarsi».

Intanto, sportivamente parlando, spera di farlo anche lui nella Roma. «Il mio bilancio è positivo. Nella seconda parte di stagione ho commesso qualche errore, ma è un processo di crescita e cercherò di non farli di nuovo. Avere Smalling vicino, poi, è d’aiuto, dà consigli in campo e cerca di migliorarmi, io lo seguo perché ha esperienza e devo rubare da lui». Intanto Fonseca tiene attivi tutti. «L’altro giorno abbiamo fatto una videochiamata di gruppo, eravamo in trenta. Ci hanno aggiornato, dato programmi nuovi e anche un nuovo piano di alimentazione. Non allenandoci spesso è importante anche questo». Proprio vero. La rinascita, in fondo, parte dalle piccole cose.

(Gazzetta dello Sport)



FOTO: Credits by Shutterstock.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA

🚨SEGUICI IN DIRETTA🚨