Obbligata dai risultati degli altri e dalla propria «ossessione della vittoria» a non perdere un colpo, la Roma conferma di non essere più stupida come una volta. Adesso fa sul serio, arraffa i tre punti anche quando non è bellissima e non subisce quasi niente. Per la terza dimostrazione di forza e maturità di fila in campionato dell’anno nuovo citofonare al Cagliari, steso come Genoa e Udinese nella forma (10, terzo consecutivo) e dal ventesimo centro stagionale di Dzeko nella sostanza. Tutto come prima in classifica, senza regalare niente alla concorrenza sopra e sotto, ma più impressionante di prima a livello di numeri: 93 punti in 40 partite della seconda gestione Spalletti, percorso netto di dieci vittorie interne all’Olimpico e sette successi nelle ultime otto gare di campionato (unico ko con la Juve allo Stadium).
Svolta nella ripresa Differenti tempi di cottura, stessa pancia piena alla fine del pasto: al quarto d’ora più o meno largo con cui Juve e Napoli hanno cucinato Lazio e Milan, la Roma replica con poco meno di un’ora di preparazione per servire a tavola il Cagliari. Se la capolista e la terza forza, quando sono in giornata (come ieri e sabato), colpiscono e affondano le dirimpettaie in pochi minuti, la seconda della classe preferisce farlo prendendosi i suoi tempi. La scuola di cucina romanista dello chef Spalletti, in fondo, è fatta così: la Roma non è mai per le cose veloci, si trova meglio ad avvolgere l’avversario, chiuderlo nel suo fortino, attaccarlo da tutte le parti e sperare che prima o poi alzi bandiera banca. Tanto là dietro, con la muraglia alzata dal trio Manolas-Fazio-Rüdiger, la coperta romanista è sempre abbastanza lunga. Per un tempo, non di più, la Roma può permettersi il lusso di essere bella ma incompiuta negli ultimi metri. Nella ripresa, invece, torna sporca, cinica e cattiva: Dzeko si libera di Murru e va a bersaglio, prima dello show di Rafael che evita la grandinata romanista.
Obiettivo Defrel Adesso, archiviata con successo anche la pratica Cagliari, un aiuto alla rincorsa giallorossa può (o deve?) arrivare dal mercato. «O prendiamo un giocatore valido oppure restiamo cosi», l’ultima direttiva spallettiana. Un uomo in più identificato in Defrel. «Non è detto che sia vero», risponde, strategicamente, il dg Baldissoni. La verità, neanche tanto nascosta, e che i direttori sportivi di Roma e Sassuolo, Massara e Angelozzi, lavorano insieme e continueranno a farlo anche da oggi per trovare un’intesa tra i 18 e i 20 milioni. Il problema non sono tanto i soldi, ma le resistenze di un partito interno al Sassuolo che indirettamente, rafforzando una concorrente al titolo, non vorrebbe fare uno sgarbo alla Juve. L’ultima parola spetta al patron Squinzi: più importante l’incasso o il mantenimento di un rapporto privilegiato?
(La Stampa – M. De Santis)
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