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Rassegna stampa

Mourinho stop: niente Spezia e Atalanta. La Roma prepara l’appello

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A Pedro Almodovar, forse, fare un film sulla Roma piacerebbe. D’altronde, non si trova spesso un vertice tecnico sull’orlo di una crisi di nervi che, in vista delle prossime partite contro Spezia e Atalanta, finisce per essere virtualmente decapitato, scrive La Gazzetta dello Sport

Per José Mourinho sono arrivate due giornate di squalifica – e la dirigenza ha tirato un sospiro di sollievo – ma a lui si sono aggiunti anche il preparatore dei portieri Nuno Santos (2 turni) e il preparatore atletico Stefano Rapetti (un turno). Finita qui? Niente affatto. 

Al gruppo si è unito addirittura anche il g.m. Tiago Pinto, che è stato inibito fino all’8 marzo. Insomma, dal gesto della telefonata è nato uno psicodramma. La prossima settimana, in appello, toccherà all’avvocato Antonio Conte cercare di smussare dove si potrà. Il cuore del dispositivo emesso ieri dal giudice sportivo per quasi tutti sono le «gravi insinuazioni» rivolte all’arbitro Luca Pairetto, “reo” di aver consentito ai giocatori del Verona molte perdite di tempo e di aver disposto un recupero considerato insufficiente. Quanto basta per poter dire al direttore di gara: «Ti hanno mandato apposta, ti ha mandato la Juve», alludendo ai presunti rapporti che alcuni familiari del direttore di gara avrebbero col club di Torino.

Insomma, le parole mature di capitan Pellegrini, che aveva detto: «Facciamo un passo indietro, gli arbitri non ce l’hanno con noi» sono cadute nel vuoto. Sarà guerra fino a fine stagione, e a questo punto in molti a Trigoria cominciano a pensare che alla famiglia Friedkin, con solide radici texane, questo clima da “far west” possa non dispiacere, visto che è alimentato da un senso di (presunta) ingiustizia su cui sarebbe bello porre subito rimedio in stile “Ok Corral”. 

L’Italia, però, proprio grazie all’Antica Roma è la culla del diritto e così nei documenti del giudice si legge questo. Mourinho: «Due turni per avere, al 45’ del secondo tempo, rivolgendosi al Quarto Ufficiale, indirizzato gravi insinuazioni al direttore di gara, nonché per essere entrato, all’atto del provvedimento di espulsione, sul terreno di gioco con fare minaccioso contestando platealmente la decisione arbitrale; infine, al termine della gara, nel tunnel che adduce agli spogliatoi, per aver reiterato le suddette insinuazioni nei confronti del direttore di gara mentre cercava di trattenere il proprio direttore sportivo; recidivo». 

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Nuno Santos: «Per avere rivolto espressioni gravemente insultati al direttore di gara». Rapetti: «Per avere inveito pesantemente contro un componente della panchina avversaria, proferendo anche un’espressione blasfema». Il vero capolavoro è quello di Pinto, che prima apostrofa l’arbitro e poi si scusa. Comunque, l’inibizione arriva «per avere affrontato in maniera irruenta l’arbitro e, pur trattenuto dal proprio allenatore, indirizzato allo stesso gravi insinuazioni; sanzione ridotta per aver presentato formalmente le scuse al direttore di gara, accettate dal medesimo».

In tutto questo, l’Oscar mediatico va a Mourinho che esce fra gli applausi dell’Olimpico, ma nello stesso tempo si abbraccia a bordo campo con Tudor, va nello spogliatoio del Verona per fare i complimenti e frena addirittura Pinto che ripeteva le stesse cose dette da lui. Insomma, un Mou geniale e pragmatico, a differenza dei suoi epigoni. 

Basti pensare che Pinto proviene da un grande club come il Benfica, la Juve del Portogallo, e da sabato sono tanti i colleghi lusitani ci raccontano con ironia come il potere politico della società di Lisbona, se si desse credito alle lamentele dei tifosi, non sia proprio indifferente, e in ogni caso non genera sensi di colpa. 

Detto questo, fra domani e venerdì la Roma riceverà i verbali completi di Pairetto e degli ispettori federali, per andare in appello la prossima settimana. Obiettivo chiaro: avere lo Special One in panchina per il match del 5 marzo contro l’Atalanta. Morale: non invidiamo l’arbitro che dovesse dirimere un match fra Mourinho e Gasperini.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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