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Rassegna stampa

Nell’Abisso ci finisce la Roma

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Doveva essere la giornata di Nicolò Zaniolo, in un modo o nell’altro lo è pure stata. Un gol sul gong, l’esplosione di gioia, il percorso gioioso sotto la Sud. La festa di tutti. Nick salva la Roma dopo una partita brutta, ma brutta davvero: senza gioco, con poche occasioni, piatta nelle idee e nei contenuti, scrive Il Messaggero

No, la favola non ha questo lieto fine e ci risiamo con gli arbitri, da Abisso in campo al Var Nasca, davanti alla tv. Gol annullato, saltano i nervi, specie quelli di Zaniolo, che viene anche espulso poco dopo. Si era davvero innervosito e ha pagato quel triplice «che ca… fischi». L’arbitro non aveva valutato irregolare l’impatto tra Abraham e il piede di Vasquez, rantolato a terra. Eppure, il Var, Nasca (lo stesso di Juve-Roma), ha richiamato Abisso alla review: era davvero un grave ed evidente errore? Siamo al limite, davvero. 

Un episodio poco chiaro, anche perché se rivedi le immagini cento volte, resta comunque il dubbio che sia Vasquez a scontrarsi con Tammy, una volta perso irrimediabilmente il pallone. Insomma, un episodio dalle varie letture, dove il fallo ci sta ma non è evidentissimo o non ci sta, ma forse si poteva dare. Abisso non ha avuto dubbi, invece, come non li ha avuti nel primo tempo, quando sempre Vasquez, cadendo in area, ha sbattuto la mano sul pallone. Quell’episodio non è stato rivisto, non ce n’era bisogno. 

Zaniolo esce dal campo, immalinconito e rabbioso, si piazza tra le panchine e, al fischio finale, si scaglia verso il quarto uomo. Gli dice qualcosa che non dovrebbe, poi Mourinho e non solo lui, lo riportano a braccetto negli spogliatoi. Troppo tardi, forse. Ora la sua squalifica è appesa al referto dell’arbitro e da cosa avrà scritto. Rischia un paio di giornate, insomma. «Possono cancellare tutto, ma questo rimarrà sempre impresso nella mia mente», posterà poi Nicolò su Instagram, accompagnando le parole con una foto della sua esultanza a petto nudo davanti alla Curva Sud. Esultanza, come sappiamo, resa vana dall’arbitro.

Era furioso Nicolò, non gli è passata. Mourinho lo proteggerà anche dopo, durante le interviste post partita. Il ragazzo ogni tanto cade in queste reazioni scomposte, ci vorrebbe un po’ di equilibrio per evitare spiacevoli sorprese, per se stesso, per la Roma e per la Nazionale (in tribuna ieri c’era anche il ct dell’Italia Roberto Mancini, che conta molto su di lui per gli spareggi per il Mondiale). Zaniolo era stato protagonista nel primo tempo quando, nel grigiore generale, aveva acceso la luce un paio di volte: un tiro e un assist. 

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Ma la Roma che gli girava intorno davvero non era un granché. Scolastica, prevedibile, sorpresa dal Genoa, che l’ha tramortita con il pressing e un’aggressione alta. Una squadra che non ha saputo mostrare i denti, sempre a inseguire il pallone, con le occasioni che si contavano sulle dita di una mano. Un paio nel primo tempo, due o tre nel secondo. Ma mai clamorose. I tiri nello specchio si equivalgono: tre da una parte e tre dall’altra. 

L’impressione, anche con i cambi effettuati da Mourinho in corso d’opera (ha tolto i terzini titolari e Oliveira e ha inserito Felix, El Shaarawy e Veretout, lasciando tre difensori centrali contro quasi nessuno), è che Mourinho abbia pensato alla sfida di Coppa Italia contro l’Inter, martedì a San Siro. Non ha voluto affaticare soprattutto Oliveira, apparso uno dei più lucidi. La sua squadra è lontano dalla zona Champions, che ormai sembra quasi irraggiungibile, perché il mercato della Roma non ha portato rinforzi tali da poter rincorrere l’impossibile. 

La corsa sulle due competizioni, la Coppa Italia e la Conference, sembrano più alla portata. E in campionato, raggiungere un posto in Europa League non è poi così complicato. Ed ecco che la Roma si è avvolta su se stessa. Abraham ha vissuto un pomeriggio faticoso: si è fatto largo senza mai pungere, Zaniolo ha disputato un ottimo primo tempo mentre nella ripresa si è seduto, fino al gol (bellissimo, tra l’altro) annullato da Abisso. 

Nemmeno l’espulsione di Ostigard ha aiutato la Roma. Il difensore costretto al fallo su Felix lascia il genoa in dieci, la squadra di Mourinho non riesce a sfondare, c’è solo la rete di Zaniolo che ha creato la grande illusione. Al di là della questione arbitrale, e da questo punto di vista la Roma quest’anno non si è fatta mancare niente e gli episodi ormai sono troppi, la squadra va avanti con la sua discontinuità. 

Le due vittorie di fila contro Cagliari e Empoli (più quella con il Lecce in Coppa Italia) avevano illuso, e quando ci si aspetta il salto avanti definitivo si torna indietro di due passi. La classifica è mediocre, la Roma non è né carne né pesce. Ribadiamolo, è in fase di costruzione, va giudicata su un tempo lungo, ma il campionato ormai dice poco. 

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Restano, come detto, le coppe e qualche soddisfazione da togliersi qua e là, come ad esempio il derby contro la Lazio. Poco per una squadra che si era presentata ai nastri di partenza con il tecnico dei tecnici. Lui aveva portato entusiasmo, consapevolezza, invece i problemi sono venuti a galla e sono sotto gli occhi di tutti, specie di Mou, il primo a sostenere che per vincere servono i giocatori. Ecco, alla Roma mancano, al di là delle questioni arbitrali.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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