Il presidente della Roma James Pallotta inviato di se stesso prima in Campidoglio e poi in Regione. Il braccio di ferro tra Eurnova e il Comune per decidere chi per primo dovrà giocare a carte scoperte su Tor di Valle. I nuovi mal di pancia degli ortodossi, di quei consiglieri grillini che non hanno mai davvero mandato giù la stretta di mano tra la sindaca Virginia Raggi e il club di capitan Francesco Totti. Insomma, la partita sullo stadio, nonostante l’accordo di massima trovato dall’inquilina di Palazzo Senatorio con il dg giallorosso Mauro Baldissoni lo scorso 25 febbraio, è ancora tutta da chiudere.
Spiegato, dunque, l’iperattivismo del number one romanista. Pur alle prese con i postumi dell’influenza — ieri Pallotta si è presentato sotto la Lupa Capitolina sventolando il bugiardino della Borocillina — ieri il patron statunitense è riuscito a infilare nella sua agenda il doppio incontro con la sindaca M5S e il presidente Nicola Zingaretti. Per non scontentare nessuno, ecco una doppia carezza: «Il Comune è grande» al mattino. Poi, nel pomeriggio, la lode alla Regione e al suo «atteggiamento positivo».
Quindi la promessa di Pallotta ai tifosi: «Spero che la prima pietra venga posata tra la fine dell’anno e l’inizio del prossimo ». Poi, per realizzare arena e il nuovo business park senza torri di Libeskind «ci vorranno tra i 26 e i 28 mesi». Nel corso dell’incontro tra Roma e Regione, il presidente Nicola Zingaretti è stato piuttosto chiaro: dal potenziamento della Roma-Lido alla bonifica del fosso di Vallerano, le opere pubbliche previste andranno realizzate prima dell’inaugurazione dello stadio. Addio, quindi, all’ipotesi di una delibera bifase, con lo spacchettamento delle infrastrutture in due tempi. «Le scadenze — è il sunto del governatore — le discuteremo quando vedremo il nuovo progetto e le modifiche al vecchio. La cosa più seria da fare è attendere che il Comune faccia le sue valutazioni e ce lo faccia arrivare ». Ma è proprio a questo punto che l’iter rischia di ingolfarsi. Da una parte ci sono i proponenti (As Roma e il costruttore Luca Parnasi) convinti che il Campidoglio pentastellato abbia già tutti gli elementi per scrivere la delibera di “novazione” con cui sarà modificata quella di pubblico interesse approvata in era Marino. Dall’altra ci sono la giunta Raggi e i consiglieri che, dopo il vertice di mercoledì al dipartimento Urbanistica, sembrano essere rientrati in una fase di stallo: «Lo stadio interessa a chi lo farà — spiegano da Palazzo Senatorio — sono loro che devono portarci il nuovo progetto».
Arriverà lunedì. E dovrà convincere i 5Stelle, usciti dall’incontro di metà settimana, con più di una perplessità. L’assessora alla Mobilità Linda Meleo, di fronte alla planimetria presentata da Eurnova, ad esempio ha chiesto chiarimenti sul sistema dei trasporti. Due le preoccupazioni del Comune: il numero di nuovi treni della Roma-Lido (fino ad ora si è parlato di soli due nuovi convogli) e il sistema dei ponti. Punti su cui, all’interno della maggioranza grillina, è tornato a battere chi si è schierato contro il nuovo stadio della Roma. Il fronte pro-Tor di Valle, invece, chiede alla truppa di mantenere le posizioni. «Stiamo cercando di capire cosa ci sarà nel progetto — spiegava ieri il vicepresidente della commissione trasporti Pietro Calabrese — e poi potremo lavorare alla delibera».
Su cifre, numeri e milioni di euro a disposizione per le opere pubbliche a fronte del taglio del 48 per cento delle cubature si avranno certezze solo a partire dalla prossima settimana. Il presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito, in prima linea su Tor di Valle, anche ieri ha predicato calma: «Il rendering arriverà già lunedì, aspettiamo». Sarà consegnato anche ai consulenti della giunta Raggi: l’avvocato Luca Lanzalone — che, al netto delle polemiche, dovrebbe firmare anche il suo contratto con il Campidoglio — e l’architetto Alberto Sasso. Quindi, alla presenza degli uffici, inizierà la scrittura della nuova delibera di giunta. L’atto, prima di passare in aula Giulio Cesare, sarà portato in conferenza dei servizi. Se Regione e Comune troveranno l’accordo, il tavolo potrebbe avere una conclusione “interlocutoria”. A quel punto, preso atto del lavoro svolto fino a quel momento, si potrebbe aprire una seconda conferenza- lampo. Per ora solo ipotesi: tra mal di pancia e tira e molla, è attesa per il masterplan giallorosso.
(La Repubblica – L. D’Albergo)
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