Rassegna stampa
Pellegrini e Dzeko. Fonseca sceglie i suoi regali
NOTIZIE AS ROMA FONSECA – Qualcuno, scherzandoci su, ieri ha detto: «Giovane è giovane, ma per ora ha ancora più anni che punti», giocando sul compleanno di Paulo Fonseca.
Già, perché ieri l’allenatore della Roma ha spento una bella torta per i suoi 47 anni (per la cronaca, i punti in classifica sono invece 45) ed in attesa di superarli a livello numerico anche nella classifica della nostra Serie A, si è dedicato soprattutto alla partita di Siviglia, dove giovedì prossimo giocherà l’andata degli ottavi di finale di Europa League. A Trigoria ovviamente sono arrivati tanti auguri, compresi quelli via social del club con un bel video di un minuto in cui ci sono molte sue immagini emozionali in giallorosso. Ovviamente sono arrivati anche i regali, personali e non. Anche se poi proprio in vista di Siviglia i regali più graditi sarebbero due: ritrovare Pellegrini e avere il miglior Dzeko possibile.
Pellegrini anche ieri ha svolto lavoro individuale, dopo l’edema muscolare al bicipite femorale della coscia sinistra successivo alla sfida con il Lecce (dove è stato costretto ad uscire nell’intervallo). Saltata la trasferta di Cagliari, si sperava di riaverlo al massimo già da questa ripresa.
Ed invece non è così, ci si sta andando con grande cautela, anche perché il giocatore una piccola lesioncina l’aveva riportata. Possibile che Lorenzo possa accelerare a partire già da domani o, al massimo, ad inizio della prossima settimana. Giovedì prossimo, in ogni caso, dovrebbe essere a disposizione di Fonseca, che però difficilmente potrà schierarlo dal via nella partita del Sánchez Pizjuán. Insomma, servirebbe un piccolo grande miracolo. E magari è proprio questo il primo regalo che Fonseca vorrebbe avere, considerando il tipo di stima che ha per il trequartista giallorosso («In questo momento il miglior calciatore italiano», ha detto il portoghese qualche tempo fa).
Il regalo che invece Fonseca dovrebbe avere sicuramente in dote è quello di ritrovarsi tra le mani il miglior Dzeko. O, almeno, sicuramente riposato. Ne aveva bisogno Edin, tanto da dirlo sia privatamente a Fonseca sia pubblicamente, dopo la partita con il Lecce: «Mi sento un po’ stanco».
Ma Dzeko ha preso talmente sul serio il ruolo di capitano che se il tecnico gli avesse chiesto di continuare a giocare lo avrebbe fatto senza esitazioni. Invece a Cagliari è rimasto in panchina, in questa settimana potrà allenarsi senza giocare e preparare al meglio la sfida con il Siviglia, due settimane dopo l’ultima partita (in quel di Gand). Terminata con una stanchezza che, mentre lasciava il campo, gli rendeva persino difficile camminare al passo con i compagni. Tra l’altro, il mese di marzo per Dzeko sarà importantissimo. E non per i 34 anni che festeggerà il 17, ma per tutti quei traguardi da conquistare. Con la Roma e con la Bosnia.
C’è la doppia sfida con il Siviglia, i 104 gol di Manfredini da raggiungere in giallorosso nella classifica marcatori all time della Roma (gliene mancano due). E poi in campionato la Samp e l’Udinese (tra le sue vittime preferite) e in mezzo il Milan, a cui nel 2017 segnò una doppietta d’autore. E infine la Bosnia, con cui andrà a caccia dell’Europeo (il 26 marzo ospiterà l’Irlanda del Nord). «Sarebbe il coronamento della carriera», ha detto pochi giorni fa. Ecco perché Dzeko vuole arrivarci nelle migliori condizioni fisiche. In queste settimane si è speso in ogni modo: nel momento peggiore della Roma ha portato la squadra a mangiare a Ostia, in campo ha sempre cercato di trascinare la squadra, anche quando le gambe non giravano più. Ma che lui sia quasi insostituibile in questa Roma, è un dato di fatto. E Fonseca ora lo vuole al top. Nelle sfide che contano…
(Gazzetta dello Sport)
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