Rassegna stampa
Roma, botta e risposta tra Sensi e Pallotta
Sull’asse Boston-Roma volano gli stracci e Dan Friedkin osserva in silenzio, annoiato da una vecchia diatriba che riguarda il passato giallorosso: le condizioni economico-finanziarie trovate da James Pallotta e dal suo gruppo nel momento dell’acquisto del club, scrive il Corriere dello Sport.
L’ex presidente è tornato a premere sul solito tasto: «Rispetto a quello che abbiamo venduto, il club da noi acquistato nel 2011 era molto diverso – le sue parole alla radio americana SiriusFM – Non mi interessa cosa dicano i precedenti proprietari, abbiamo ereditato una società che aveva debiti enormi, ricavi bassi ed era in bancarotta. Abbiamo negoziato l’acquisto della Roma con Unicredit. E se sto trattando con una banca, allora significa che la banca possiede quella squadra. Sono fatti».
Non si è fatta attendere la risposta social di Rosella Sensi. La figlia dell’indimenticato Franco, prima e fin qui unica donna alla guida della Roma, non le ha mandate a dire al suo successore: «È proprio vero che la vergogna non conosce fondo – ha scritto in un post su Instagram, con tanto di foto mentre solleva al cielo la Coppa Italia del 2007 – Ho letto l’inutile e ripetitiva intervista a Pallotta. Ho letto le solite chiacchiere, le solite giustificazioni ma la storia si narra coi fatti, coi numeri e coi trofei. Oggi l’eredità debitoria della Roma è enorme e non permette a un club che era costantemente tra le big di competere per gli obiettivi che la nuova proprietà vorrebbe».
Della serie: i debiti li avrebbe lasciati Jim e non la famiglia Sensi, costringendo i Friedkin a fare mille capriole (e a mettere sul piatto centinaia di milioni) per mantenere la stabilità societaria. L’attuale proprietario e suo figlio Ryan, ovviamente, non si sono inseriti nel dibattito. Conoscono bene la polemica e hanno seguito gli sviluppi di ieri, ma non hanno mai espresso posizioni pubbliche (non lo hanno fatto su nessun tema) e si guarderanno bene dal cominciare proprio adesso.
Intervenuta successivamente a Centro Suono Sport, Rosella ha aggiunto: «Pallotta ha lasciato dei debiti più grandi di quelli che aveva la Roma quando l’ha presa». E ancora: «Pallotta è stato il presidente meno vincente della storia romanista, il più assente, lontano da una realtà che avrebbe meritato ben altri risultati e ben altro affetto. Parla di bancarotta ma probabilmente non conosce nemmeno il significato della parola. Basta bugie!».
Durante l’intervista, Pallotta aveva rivendicato alcuni traguardi: «Nei 9 anni in cui la Juve ha vinto siamo siamo arrivati secondi per tre volte e terzi in altre due stagioni, oltre a raggiungere la semifinale di Champions. Poi ho fatto la cazzata di prendere Monchi».
Jim ha giustificato inoltre le cessioni dei pezzi pregiati con gli obblighi del fair play finanziario («altrimenti la Roma sarebbe al primo posto oggi») e ha attaccato la Juve: «Pensavo fossero i più forti, ma guardando alle indagini in corso sulle plusvalenze inizio a metterlo in dubbio. Potrebbero aver fatto qualche “giochino” con il calciomercato».
Infine, James non ha escluso un clamoroso ritorno in Italia: «Può essere, stiamo mettendo insieme un consistente fondo sportivo per fare cose interessanti». Per Rosella Sensi è un assist a dir poco succoso: «Torna in Italia? Ma se non c’è mai stato. In dieci anni è venuto tre volte». Come segnare un gol a porta vuota.
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