Rassegna stampa
Roma, delusione Petrachi. Ora si valuta una causa
NOTIZIE AS ROMA PETRACHI – Che non sarebbe stato un Grande Amore, in fondo, si era capito in fretta. Per un club che ambisce ad avere un respiro internazionale, a tanti a Trigoria – un anno fa – sembrava chiaro come la scelta di Gianluca Petrachi fosse una soluzione ponte, anche se l’appoggio nei suoi confronti pubblicamente non è mai mancato. Nessuno nella Roma, però, si sarebbe aspettato che il d.s. scegliesse lo scontro frontale con James Pallotta, a pochi giorni dal riavvio della stagione.
La causa scatenante, tra l’altro, è considerata da tutti un pretesto, ed in effetti si fa fatica a immaginare come giovedì, nel giorno in cui tesseva gli elogi di Fonseca per il suo anno in giallorosso, il fatto che il presidente avesse nominato i dirigenti Fienga e Zubiria e non lo stesso Petrachi, possa essere considerato una forma di discredito agli occhi della squadra, come si è lamentato lo stesso d.s. con Pallotta tramite messaggio.
Ma nonostante gli fosse stato detto che erano state solo estrapolate delle frasi nell’ambito di una lunga intervista in cui la sua figura veniva elogiata, e nonostante gli fosse stato intimato di non contattare Pallotta, Petrachi è andato avanti lo stesso, accentuando una frizione che pare quasi definitiva. Vero che dopo il mercato Petrachi poteva saltare, ma perché rompere adesso? Ormai al vertice si stanno convincendo che il d.s. possa avere un club alle spalle. Si era fatto il nome della Fiorentina, ma ieri lo stesso Joe Barone ha contattato i giallorossi per dire no.
A questo punto, la Roma valuta se intentare un licenziamento per giusta causa, visto che l’intervista rilasciata la scorsa settimana a Sky aveva fatto arrabbiare proprio tutti, dalla dirigenza alla squadra. Al netto delle scivolate lessicali e comportamentali a cui il d.s. aveva abituato tutti nell’ultimo anno (il caso Dzeko, la gaffe sulle donne con l’intervento del ministro Spadafora, le invasioni dello spogliatoio senza il permesso di Fonseca), la società gli rimprovera soprattutto una crescita enorme dell’autoreferenzialità– cosa che ha portato tra l’altro a un raffreddamento di rapporti anche col fedele Longo – e alla totale sparizione durante il «lockdown».
Segno forse di una distanza dal vertice che andava maturando, anche perché – segnalano a Trigoria – tante delle operazioni più importanti del mercato (ad esempio, dalla conferma di Dzeko all’arrivo di Mkhitaryan) sono state appannaggio dell’a.d. Fienga e di Franco Baldini. Se Smalling è scelta dell’ex granata, tuttora tante delle trattative più delicate attuali passano sopra la testa di Petrachi, e infatti la società smentisce che ci sia il possibile arrivo (o meno) di Pedro dietro la discussione con Pallotta. In ogni caso, stamattina sembra che Petrachi si presenterà a Trigoria per un chiarimento e anche per non dare estremi a un licenziamento, senza prendere i due anni di contratto che vanta, ma la ricucitura sarà complicata.
A questo punto, anche grazie alla presenza di Baldini, il traghettatore sembra essere Morgan De Sanctis. L’ex portiere, dopo l’esperienza con l’Associazione Calciatori, ha dimostrato qualità nella ristrutturazione del settore giovanile, poi tutto dipenderà dal mercato, ovvero dalle cessioni che riuscirà a fare e, soprattutto, se Pallotta cederà la società. Un nuovo proprietario, infatti, potrebbe decidere una rivoluzione, e non è un mistero che a Trigoria piace sempre l’ex Massara che, insieme a Campos, nel 2019 era favorito per gestire l’eredità Monchi. Poi il primo fu bocciato da Pallotta, mentre l’altro non poteva stare in Italia più di 6 mesi. Per questo a vincere la corsa fu il terzo. Quello che un anno dopo ha improvvisamente deciso di provare a ruggire.
(Gazzetta dello Sport)
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