Gianluca Mancini, Chris Smalling

Al centro c’è traffico. E in tempi di coronavirus, con i divieti di assembramenti e l’obbligo di tenere distanze di sicurezza, non è poi che sia proprio l’ideale.

Ecco perché la Roma che verrà dovrà per forza fare delle scelte, perché sei difensori centrali sono francamente troppi in qualsiasi rosa, a maggior ragione in una che dovrà fare i conti anche con i bilanci. Ci sarà da tagliare, insomma. O anche solo da cambiare, perché poi molto dipenderà da quello che finirà per fare Chris Smalling, le cui possibilità di restare in giallorosso si assottigliano però sempre di più, ogni mese che passa.

Di certo la difesa della prossima stagione una sicurezza ce l’ha e si chiama Gianluca Mancini. Da lui si ripartirà di sicuro, che poi al suo fianco giochi Smalling o qualcun altro lo dirà il tempo. «C’è la volontà da parte di tutti di ripartire e portare a conclusione i campionati – ha detto ieri il Coo della Roma Francesco Calvo -. Parte dall’Uefa, l’idea è giocare tutto il mese di giugno e di luglio. C’è grande disponibilità da parte dei giocatori e delle istituzioni per spostare la scadenza del 30 giugno, dell’anno fiscale, dei contratti con sponsor, giocatori e tv al 30 luglio». Ed allora Mancini e Smalling li rivedremo di certo ancora per un po’ insieme. Quanto, poi, dipenderà dagli sviluppi del mercato.

La certezza, però, per il futuro è proprio Gianluca Mancini, su cui la Roma la scorsa estate ha investito 15 milioni più 8 di bonus variabili. «Ci manca il campo, andare a Trigoria, stare con i compagni per migliorare – dice il difensore toscano –. A stare a casa non siamo abituati, ogni tanto do un calcio al pallone in giardino, ma scopriamo cose nuove come la famiglia. Mi sveglio verso le 9.30, mi alleno mattina e pomeriggio seguendo i programmi della Roma. Poi tante serie tv, la play e i puzzle. Ho rivisto anche un vecchio derby, quello del «vi ho purgato ancora». La pasta? Cacio e pepe e carbonara, ma meglio a regime, quando ci si allena».

Già, a regime dovrebbe risuccedere intorno al 20 aprile. «Sono orgoglioso di quanto ha fatto la Roma nel campo della solidarietà». Come è orgoglioso di avere un capitano forte come Dzeko. «Uno di quelli che non volevo come avversario. Quando ero all’Atalanta ci ho giocato contro 4-5 volte e ogni volta sembrava facesse la partita della vita. Altri complicati da marcare sono Mertens ed Higuain. Poi il Papu Gomez che è difficile da prendere e Lautaro: fortissimo, secondo me farà una grande carriera».Le altre scelte

Insomma, se Mancini sarà il punto fermo della difesa del prossimo anno (al suo fianco ci sarà comunque un big, uno di esperienza) sembrano oramai giunte al capolinea le avventure in giallorosso di Fazio e Juan Jesus. Un po’ perché non riscuotono grande considerazione da parte di Fonseca, un po’ perché i loro ingaggi sono troppo alti per quel che danno e la Roma cercherà di piazzarli altrove.

Resterà invece sicuramente Ibañez, anche per la configurazione del suo contratto. E potrebbe restare anche Cetin, che nell’ottica di Fonseca può diventare un ottimo centrale per il futuro. Insomma, tre dei quattro centrali sembrano già scelti e sono appunto Mancini, Cetin e Ibañez. Il quarto sarà uno di peso. La Roma spera sempre di convincere Smalling a restare (e il Manchester United a venderlo), altrimenti si andrà su un altro profilo. Dall’Inghilterra sono tornati di attualità i nomi di Lovren e Vertonghen (quest’ultimo a scadenza). Prima, però, bisogna ripartire. E la Roma è pronta per farlo.

(Gazzetta dello Sport)



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