NOTIZIE AS ROMA FRIEDKIN – L’Opa, la possibile (probabile) uscita dalla Borsa, l’aumento di capitale, il progetto stadio: in una sola parola «stabilità». Terminato il calciomercato, con il lavoro di suo figlio Ryan decisivo, insieme a quello del Ceo Fienga, per riportare a Trigoria Chris Smalling, il presidente della Roma Dan Friedkin può dedicarsi a consolidare la struttura finanziaria del club, obiettivo dichiarato fin dal giorno del passaggio di proprietà, ormai quasi due mesi fa, e a progettare il futuro per dare alla Roma anni più sereni rispetto agli ultimi dell’era Pallotta, riferisce la Gazzetta dello Sport.
Friedkin, infatti, che già detiene l’86.6% delle azioni del club vuole avvicinarsi quanto più possibile al totale, per poter così guidare con più stabilità la Roma e, eventualmente, avere argomenti più convincenti di fronte a potenziali investitori. Una volta resa più forte la base del club, arriverà il piano industriale vero e proprio, con la scelta del d.s. e di altri manager di caratura internazionale che lavoreranno a Trigoria e nel mondo, con Roma che sarà però il centro di potere principale.
Intanto, è arrivato ieri il via libera da parte della Consob al documento di offerta per l’Opa totalitaria obbligatoria, promossa in agosto da Romulus and Remus Investments Llc, il veicolo della famiglia Friedkin, nei confronti della As Roma. Il periodo di adesione all’offerta, concordato con la Borsa, avrà inizio venerdì 9 ottobre alle 17.30 e, salvo proroghe, terminerà il 29.
Tre settimane, quindi, in cui sarà riconosciuto agli azionisti un corrispettivo in contanti pari a 0,1165 euro, prezzo fissato al momento del passaggio di proprietà. Cifra a cui ci si sta avvicinando, visto che quando ieri è arrivata la notizia dell’ok della Consob il titolo ha perso il 9,66% chiudendo ad un valore di 0,2525 euro ad azione. In caso di totale adesione all’offerta, il controvalore massimo complessivo dell’opa sarà pari 9,8 milioni di euro, una cifra già messa in conto dai Friedkin e necessaria per rendere la Roma ancora più stabile.
Una volta completata l’Opa si deciderà se effettuare il delisting e uscire dalla Borsa, cosa al momento molto probabile. Il passo successivo sarà poi l’aumento di capitale, altro passaggio necessario per dare alla Roma ancora più liquidità e certezze dal punto di vista finanziario. La stabilità che tanto sta a cuore ai Friedkin, che hanno ereditato una società certamente strutturata, ma in grande crisi finanziaria, è stata molto apprezzata anche nell’ultima assemblea dei soci, in cui è stato reso noto che oltre il 93% di coloro che avevano sottoscritto il bond ha confermato l’adesione, segno che la fiducia (finanziaria e non) nel progetto dei Friedkin cresce.
Nel frattempo, chiuso (per ora) l’aspetto tecnico più urgente, cioè quello legato al mercato, con i giocatori da cedere per alleggerire il monte ingaggi e quelli da acquistare per rinforzare la squadra, i Friedkin dedicheranno ancora più attenzione al progetto stadio. Per adesso si sono dedicati ad una conoscenza sommaria del dossier, che infatti durante l’incontro con la sindaca Raggi all’ambasciata Usa della scorsa settimana non è stato approfondito, mentre ora entreranno più nel vivo.
L’intenzione è quella di avere il progetto approvato in Aula entro la fine dell’anno ma, come dimostrato fino a questo momento, Dan Friedkin non è uomo che ama perdersi in chiacchiere. Vuole decisioni concrete e rapide e, quando necessario, sceglie in prima persona assumendosene il rischio. Anche per questo, insieme ai suoi più stretti collaboratori, ha deciso di essere in prima linea su Tor di Valle. La sensazione è che da qui ai prossimi mesi nella Roma, e in tutto quello che le gira intorno, cambieranno molte cose. Finanziarie e non.
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