NOTIZIE AS ROMA MANCINI – Guai a farsi sedurre dagli spettri allegri di Halloween. Quelli veri, in realtà, nel calcio italiano non offrono infatti dolcetti o scherzetti, ma solo polemiche o rimpianti. Paulo Fonseca è stato bravo ad entrare nel nostro mondo in punta di piedi, ma con idee via via più chiare, mostrando un coraggio che adesso sta cominciando a pagare.
Non pensiate che sia stato facile, ad esempio, accettare la scommessa di rivitalizzare il talento di Pastore, fischiato anche in panchina, o di puntare al bisogno su Santon, che pure in estate era stato accompagnato alla porta. Non sottovalutate l’impatto emotivo della scelta di mandare così spesso in panchina il capitano Florenzi ed il suo retaggio di romanità. Non banalizzate, soprattutto, la trovata di collocare Mancini a centrocampo, credendoci così tanto da saper dire di no agli alibi che tanti malinconici svincolati — da Rodwell a Buchel – gli avrebbero offerto.
L’ex dell’Atalanta, in fondo, è la vera sorpresa tattica di questo inizio di stagione. Da difensore arcigno sull’uomo e pronto sempre all’anticipo (come lo voleva Gasperini) a centrale pronto a lavorare «con la linea» (come gli chiede Fonseca) il salto è grande. Figuratevi trasformarsi in mediano pronto a prendere palla ed impostare il gioco. Una rivoluzione copernicana che il portoghese ha avviato senza paura, puntando su un ragazzo di 23 anni
Perciò torniamo al coraggio, che spesso è un figlio legittimo della conoscenza. Fonseca, in questi mesi, ha metabolizzato la sorprendente serie d’infortuni con pragmatico fatalismo, così come – dopo la squalifica – ha saputo lasciare alla società (che lo ha fatto anche a Udine con Irrati) la questione arbitrale. Il risultato di tutto questo è il 4° posto davanti al Napoli di Ancelotti in arrivo. Per eliminarlo dalla Champions, nel 2017, si travestì da Zorro. Stavolta, forse, gli basterà essere solo se stesso.
(Gazzetta dello Sport)
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA