Nicolò Zaniolo

Non passa giorno che la contestazione nei confronti di Pallotta non assuma forme diverse. Ieri l’ultimo step: due striscioni comparsi all’Eur e a Trigoria dai contenuti alquanto pesanti. Situazione di nervosismo crescente che va di pari passo con i timori per quanto potrà accadere in sede di mercato.

Intanto venerdì scorso Roma e Juventus hanno avuto il primo confronto serio per cercare di capire se ci possono essere delle possibilità di scambio tra le parti, volte anche a riequilibrare qualche conto. S’è tornato a parlare, come era accaduto già a marzo, di Mandragora e Cristante. L’idea di partenza è valutare entrambi i cartellini 35 milioni per regalare una plusvalenza di quasi 17 milioni all’ex atalantino (che a bilancio figura a 17,8 milioni) e una decina al centrocampista. Numeri invitanti sui quali la Roma ha preso tempo non dovendo fronteggiare la spada di Damocle del Fpp (sospeso).

Ribadito il no a Rugani, sono state chieste informazioni su Romero da un lato e Under dall’altro (che a Trigoria vorrebbero però piazzare in Bundesliga o Premier). Discorsi futuribili.

Il piatto forte è stato però Zaniolo. Paratici ha provato l’affondo, la Roma ha risposto negativamente. Non è il momento per parlarne, la replica di Trigoria dove si ritiene che si possa ovviare alla vendita di Nicolò (e Pellegrini), con una serie di operazioni che inevitabilmente vedranno altri calciatori della rosa dover fare le valigie.

Tra questi, a sorpresa, c’è anche Diawara. Non certo per le prestazioni (buone e in crescendo) del centrocampista ma perché in Premier è un calciatore che ha un ottimo mercato e potrebbe dunque garantire sostanziose plusvalenze (a bilancio ora è a 18,2 milioni).

L’Inter ha accelerato per Vertonghen a dimostrazione che Petrachi ha mollato la presa sul belga. Il ds è vicino a ottenere il rinnovo del prestito per Smalling su pressione diretta del difensore con il Manchester United.

(Il Messaggero)



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