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Rassegna stampa

Roma, Mourinho e Pinto: a pensar male ci si abitua

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Evidentemente erano pronti, carichi. Talmente allineati, come piace dire a Tiago Pinto, che si sono trovati a urlare le stesse parole all’arbitro Pairetto, di cui conoscevano bene l’albero genealogico, scrive il Corriere dello Sport

Addirittura è finita con Mourinho che doveva trattenere fisicamente il suo dirigente, già scontento del precedente di Bologna-Roma, costato un’ingiusta squalifica ad Abraham. Pensate un po’, riguardando le immagini di Mourinho in campo, a sua volta frenato nello slancio dal collaboratore Nuno Santos (squalificato pure lui), cosa possa avere combinato Tiago Pinto nel tunnel che porta agli spogliatoi dello stadio Olimpico. 

Il suo comportamento è stato talmente irriguardoso da consigliare immediate scuse a Pairetto, che ha così potuto addolcire il referto. In questo quadro è stato importante anche il ruolo di Gianpaolo Calvarese, nuovo consulente arbitrale, già al lavoro con Abisso dopo l’espulsione di Zaniolo contro il Genoa. Meglio fare un passo indietro, quando si esagera. E Tiago Pinto ha avuto l’intelligenza di farlo, una volta ritrovata la calma. 

Colpisce tuttavia che siano due personaggi stranieri, due portoghesi, a pensare male del sistema italiano. Mourinho in qualche modo può essere influenzato dal passato all’Inter, dove comunque aveva vinto tutto in due stagioni. Ma a Tiago Pinto che la Juve indirizza gli arbitri chi l’ha fatto credere? Tra l’altro il curriculum di Pairetto con la Roma non conteneva alcunché di sospetto: 7 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte prima della designazione contro il Verona. Una percentuale abbastanza normale per un club di medio-alta classifica. 

Il problema è che la Roma ritiene di essere stata gravemente danneggiata dagli arbitri in questa stagione. Più volte Mourinho e Tiago Pinto si sono lamentati del trattamento riservato alla squadra, chiedendo «rispetto» (il gm) e denunciando «il potere» (l’allenatore). 

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Lo sfogo plateale, collettivo e autolesionistico di sabato scorso nasce dall’insieme di tensioni, anche perché a mente fredda gli stessi dirigenti riconoscono che Pairetto abbia inciso molto relativamente sul pareggio contro il Verona. In un immaginario dossier, retaggio di antiche proteste istituzionali, peserebbero molto di più l’arbitraggio contro il Milan all’Olimpico, con un’interpretazione differente a due contatti simili in area di rigore, o quello di Venezia, dove sul 2-1 per la Roma venne concesso un rigore molto dubbio agli avversari. Per non parlare del papocchio di Orsato in Juventus-Roma: gol di Abraham annullato per fischiare un rigore, poi sbagliato da Veretout.

I Friedkin intanto rimangono in silenzio, coerenti alla linea che li ha ispirati sin dall’inizio: zero ribalta mediatica, solo presenza operativa. Hanno scelto Mourinho anche per la capacità di orientare la comunicazione del club e lasciano volentieri a lui il ruolo di frontman della Roma. 

Mourinho, come ha lasciato intendere nell’ultima conferenza stampa, gradirebbe sentire un supporto maggiore, anche attraverso dichiarazioni pubbliche, ma sa benissimo di godere del sostegno della proprietà, anche nelle contestazioni.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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