Tammy Abraham

ULTIME NOTIZIE AS ROMA BOLOGNA – Undici anni fa, vincere a Bologna (3-1) gli garantì il primo allungo per quello che sarebbe diventato nel maggio successivo lo scudetto del Triplete. Oggi per Mourinho lo scenario è diverso. Ma l’obiettivo al Dall’Ara resta la vittoria, indispensabile per restare agganciati al treno-Champions. L’Atalanta, quarta a +6, ha messo il turbo: con il 4-0 di ieri sul Venezia, Gasperini ha fatto suoi 17 degli ultimi 21 punti a disposizione con 5 successi e appena due pari, scrive Il Messaggero.

Provare a restare in scia, è il regalo di Natale che Mourinho vuole fare a se stesso, alla Roma, ai romanisti. «Per qualche ragione tutti sono ancora lì. Il campionato non è un’autostrada in cui non ti fermi mai, perdi giocatori e punti in classifica. Inter, Atalanta e Milan erano davanti l’anno scorso e lo sono adesso, il Napoli anche. Se noi possiamo essere vicino a loro è meglio, è più motivante. Invece di essere a 20-30 punti di distanza siamo a 7-8 e abbiamo una sensazione positiva». Che ha ripreso a crescere dopo l’ultima sosta per la Nazionale.

E la Roma – forte della terza difesa del torneo – vuole dar seguito ai successi contro il Genoa e il Torino. Il calendario fino a Natale presenta salite e discese. Dopo il Bologna, sabato ci sarà l’Inter e fra due settimane, il 18 dicembre, proprio il confronto diretto con Zapata e compagni che può diventare uno spartiacque stagionale. L’obiettivo di Mourinho è arrivarci a distanza ravvicinata, in modo da tentare l’aggancio. Anche perché, mentre i due avversari a cavallo della trasferta di Bergamo (Spezia e Sampdoria) non rappresentano ostacoli insormontabili, quello che attende i giallorossi dopo le feste, con la doppietta Milan-Juventus, è da cuori forti.

Proprio i bianconeri, che affronteranno Genoa, Venezia, Bologna e Cagliari, puntano ad accorciare sulla Roma. Piuttosto però che voltarsi indietro, Mou preferisce guardare avanti. Il tecnico gioisce per il recupero di Cristante, risultato negativo al tampone, ma è costretto a rinunciare a Felix, risultato invece positivo al Covid.

Non è fortunato, il portoghese. Prima l’emergenza terzini. Una volta recuperati, è iniziata quella in mediana, con l’infortunio di Pellegrini, la squalifica di Veretout e la positività di Cristante e Villar. Adesso che il francese e Bryan sono tornati, tocca al giovane ghanese. José non si lamenta. C’è stato un tempo in cui non perdeva occasione per pungolare la società. Ma i Friedkin continuano a garantire liquidità al club: versati altri 10 milioni questo mese in conto di aumento capitale.

Ora la strategia di comunicazione di José è nuovamente cambiata: «Ho un gruppo forte, empatico. Che vuole fare bene. Il credito è per i giocatori, per quelli che non giocano tanto, come il caso di Diawara che ha giocato solo qualche minuto, che lavora tanto durante la settimana, anche con il feeling di chi arriva alla partita e non gioca, ma arrivare a lavorare con questa professionalità aiuta ad avere grinta, ma io direi anche amicizia. Come Kumbulla che entra per giocare qualche minuto e prende il giallo per fermare una giocata pericolosa, spezza l’azione, marca Milinkovic che è un gigante. Fa il suo lavoro per un minuto ma esce felice per quello che ha fatto per la squadra. Più di ruolo, di tattica, di lavoro mio, più dei moduli, il credito per me è per i giocatori, per la loro mentalità e per il gruppo che sono».

Tornando a questa sera, non è escluso un mini-turnover. Dentro dal 1′ Veretout, staffetta Diawara-Cristante. Il grande dubbio è in difesa. Smalling – con Dzeko all’orizzonte – potrebbe essere preservato per sabato: «È un grande giocatore ma abbiamo disponibili Kumbulla, Mancini e Ibanez. Se mi dice che si sente benissimo giocherà, se mi dice che sta al 99% lo proteggerò».



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