Roma, una squadra senza certezze

Non ti annoi con la Roma. Poco, ma sicuro. Se questo è un titolo, si vince a mani basse. L’altro titolo stravinto è quello dei tifosi, fantastici e tanti anche ieri sera. Per il resto, troppe magagne da correggere, altre da cancellare, alcune da estirpare, scrive Giancarlo Dotto sul Corriere dello Sport. 

La “piccolezza” di questa squadra è nei suoi comportamenti squilibrati, nella sua incapacità di darsi certezze. Giallorossi piccolissimi anche ieri sera, a pochi millimetri dal baratro. La Roma di oggi è il più eclatante manifesto della Legge di Murphy: se qualcosa di peggio può accadere nel caso suo accade. Tra vistosi debiti di organico, infortuni e stravaganze arbitrali questa Roma non ha certezze (e quelle poche nemmeno certissime).

A questo punto di una stagione definitivamente claudicante deve essere definitiva la presa di posizione su come raccontare la storia di Mourinho alla Roma. Due sono le possibilità, se ti guardi intorno e il tuo sguardo non va a un palmo dal tuo naso vedi solo mediocrità e malinconie. L’alternativa è immaginare che José sia qui, su mandato dei preciso dei Friedkin, nella posa di un Sansone lungimirante venuto come un’impresa di demolizione (a fatti e parole) per azzerare e ripartire. Azzerare le malefatte che hanno depauperato la Roma da quattro anni in qua. Demolire per poter ripensare una Roma completamente diversa.