Nel campionato dei gamberi, c’è ancora gloria possibile per tutti, scrive Il Messaggero. Al lordo delle partite da recuperare qua e là, solo Napoli, Fiorentina e Torino vanno meglio rispetto al 2021, i viola addirittura +16, il Napoli +6, il Toro +9; il Milan e lo Spezia hanno gli stessi punti del 2021 dopo 26 turni; le altre hanno peggiorato il rendimento. Anche la classifica è più corta, in alto: tra la prima e l’ottava (Milan e Roma) corrono appena 15 punti, un anno fa ce n’erano 24 tra Inter e Verona. 

Nel torneo delle forze declinanti e delle rose troppo leggere, c’è ancora margine di speranza per chiunque, per le tre che sognano lo scudetto e per le cinque che sprintano per un posto in Champions. Roma e Lazio, a quattro giornate dal derby del 20 marzo, guardano la classifica e sanno che mettendosi alle spalle problemi e magagne, dopo una stagione fin qui più in scuro che in chiaro, il quarto posto sarebbe ancora alla portata.

Così vicine, separate da due punti, eppure così lontane, si direbbe. L’ultimo mese, con la conclusione deludente del mercato (più per la Lazio, si pensava) e la ripresa dopo la mini-sosta, ha scavato solchi esistenziali e di risultati. La Lazio in tre gare ha colto 7 punti e la Roma appena 3, tutti pareggi malinconici, lei che non pareggiava mai perché preferiva buttarsi nel fuoco, o la va o la spacca. 

Si è arrivati all’ultima di campionato con Mourinho e Sarri avvinghiati alle loro abitudini, al loro modo di essere o di farsi notare, eppure scossi da sensazioni diverse. José sempre in piedi ai limiti dell’area tecnica che fa il gesto del telefono all’arbitro Pairetto (si vede che a Carnevale gli sale l’estro scenico: il celebre gesto delle manette a Tagliavento cadde di sabato 20 febbraio 2010, quello a Pairetto sabato 19 febbraio 2022), esce schiumando rabbia per la milionesima espulsione in carriera e per una squadra che gli si sta sfarinando addosso; Maurizio seduto e chino sui suoi appunti, a guardare da sopra gli occhiali una squadra senza molti titolari che rischia di vincere a Udine, perché in questi mesi sembra proprio aver imparato a leggere lo spartito. E’ questo il vallo che separa le romane. 

La Lazio anche se rafforzata solo da Cabral pare avviata su un certa qual buona strada, è servito anche il pranzo offerto da Sarri ai giocatori per ricompattare alcune situazioni di spogliatoio, oltre al lavoro sugli schemi iniziato a luglio, e in fondo è appena a -1 rispetto al 2021: inoltre ha il secondo attacco del campionato (53 gol) ed è prima per assist (39) e per chilometri percorsi in campo, insomma ha una sua fisionomia. 

La Roma invece sembra in crisi di rigetto da Mourinho, l’entusiasmo per Oliveira e Maitland-Niles è durato il tempo di un caffè ristretto e ha alimentato dubbi sulle reali strategie della proprietà, il tecnico stesso pare aver smarrito la capacità di incidere su una squadra ora afflitta da scarsa coesione, precipitata a -9 rispetto a un anno fa e piantata in campo: è ultima in A per km percorsi, col settimo attacco e settima per assist, un anonimato grigio, invece nei primi mesi era assai più vivace. 

Di segnali allarmanti ne piovono a iosa, compreso quello di Zaniolo ed El Shaarawy in libera uscita danzante pochi minuti dopo la partitaccia col Verona: cose del genere, ai tempi del Mourinho Imperator, non sarebbero accadute o sarebbero state punite con severità draconiana. Ma chissà cosa passa per la testa di Mourinho, in questi giorni, e chissà quanta voglia gli è rimasta di cavalcare il progetto. Lo capiremo subito, dalle prossime partite, dall’atteggiamento della squadra.

In un campionato simile, basterebbe un filotto di vittorie, diciamo tre, per modificare tutti gli scenari. Ne può essere capace, questa Roma? Finora tre di seguito le ha vinte solo in avvio di torneo, poi cammino accidentato. Ma a una squadra come la Fiorentina è già capitato due volte di vincerne tre in fila, insomma si può fare. Se Mourinho tornasse in controllo della situazione, però. 

E la Lazio? Sarri fa notare che senza l’Europa League avrebbe molti punti in più, ed è proprio così: il difetto principale dei suoi è quello di soffrire gli impegni ravvicinati. Come i prossimi, con Porto e Napoli tra giovedì e domenica. In controluce, il pensiero malizioso che una Lazio senza più impegni di coppa potrebbe spiccare il volo e planare sul quarto posto, trionfante come l’aquila Olimpia. In un campionato con tanti gamberi e nessun calamaro gigante.



FOTO: Credits by Shutterstock.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA

🚨SEGUICI IN DIRETTA🚨