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Rassegna stampa

Serie A: il piano salva scudetto

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NOTIZIE SERIE A – Tutto in alto mare. Il mare delle nostre vite sconvolto dalle onde micidiali dell’emergenza coronavirus. I bilanci quotidiani sono tragici, l’incertezza massima, nessuno sa quando e come si potrà ricominciare.

Ma ognuno, nel suo mondo, prova a immaginare una ripartenza, oggi circondata da mille derivate, strade potenziali che rischiano però di essere trasformati il giorno, anche l’ora dopo in vicoli ciechi. Anche il calcio fa i conti con tutto questo. E in mezzo alle martellanti notizie su nuove positività, prova a disegnare un’acrobatica road map.

Un viaggio pieno di incognite che però sta trovando una sorta di traguardo minimo a cui aggrapparsi: lo scudetto. Si fa sempre più strada la convinzione che dopo tutte queste partite saltate come birilli si debba cercare di privilegiare qualcosa e rinviare qualcosa d’altro. E al di là delle tante speranze sul punto di partenza, c’è almeno un tentativo di fissare quello di arrivo: assegnare il titolo, a costo di grandi sforzi organizzativi, non rassegnarsi alla classifica congelata e al dilemma non assegnazione/assegnazione con classifica congelata.

Certo nessuno è in grado di dire se questa volontà di riprendersi, questa soluzione salva campionato potrà essere adottata. Siamo stati scavalcati troppe volte e la realtà si è presa in gioco di tutte le capriole fatte per raddrizzare i calendari. Quanto all’ipotesi playoff/playout, una delle tre soluzioni proposte alla Lega da Gravina, riscuote un prudente interesse ma solo come alternativa «estrema» se non si riuscisse a giocare tutte le partite.

E poi il problema è la declinazione di questo tipo di soluzione: l’idea di lavoro della Roma è quella di un playoff scudetto a 12 (con playout a 8) o a 6, ovviamente una strada che non piace all’Atalanta; quella del Bologna di organizzare tre fronti: per il titolo/Champions, per l’Europa League, per il fronte salvezza-retrocessione. In modo da tenere tutti i club al lavoro. Lazio, Inter e Parma sono per salvare comunque la stagione. Sul come, cioè sulla variante playoff, si preferisce aspettare ancora qualche giorno.

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Si prova ad andare avanti. E c’è un piano che dovrà avere un via libera dalla Uefa martedì. Bisogna che il forcing di leghe e federazioni convinca i dirigenti europei a rinviare l’Europeo. È la condizione indispensabile e per ora l’unico slalom possibile per mandare fino in fondo la stagione per club. Uno scenario probabile, non ancora certo.

Tutti i club italiani sarebbero schierati sull’ipotesi salva campionato. In pratica non c’è nessuno a dirti pubblicamente sì, finiamola qui. Anche se è chiaro che alle squadre in fondo alla classifica, vedi Brescia e Spal, converrebbe ovviamente un allargamento della A della prossima stagione a 22. In questo momento, però, tutti vogliono provare. Provare a ricucire i tanti fili spezzati da questo succedersi di piani alternativi fino alla resa che ha portato alla sospensione dei campionati almeno fino al 3 aprile.

Quindi, ricominciamo quando si può, anche ovviamente a porte chiuse, e concentriamo tutto in due mesi. Si è cominciato a ragionare sulle date: ripartenza sabato 2 maggio, conclusione 28 giugno. Una maratona quasi in apnea. Fra weekend e turni infrasettimanali si arriverebbe a quota 17 caselle. Dodici – 9 domeniche e 3 turni infrasettimanali – servirebbero per il campionato, 5 potrebbero essere lasciate all’Europa League e alla Champions.

Che potrebbero cominciare a muoversi a fine aprile, magari con sfide secche in campo neutro per risparmiare un turno. L’idea di final four taglierebbe ancora il copione. Certo sarebbe tutto faticosissimo. Quanto alla coppa Italia, dovrebbe traslocare all’inizio della prossima stagione: in questo calendario ipotetico non c’è posto neanche per uno spillo.

Oltre ai club e alla Lega, l’ipotesi salva campionato è quella che vede impegnata anche la Federcalcio. Naturalmente il presidente Gravina vuole aspettare che l’Uefa si pronunci martedì. Ma il sacrificio della Nazionale sarebbe l’unico modo per salvare la stagione per club, perché la priorità è quella di portare avanti ciò che si è cominciato.

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E comunque l’Europeo non sarebbe cancellato ma spostato. È probabile che questa posizione possa essere condivisa anche a livello dei governi europei. Proprio giovedì il nostro ministro dello sport Vincenzo Spadafora ha chiesto al suo omologo croato, il Paese che ha la presidenza di turno della Ue, per prendere un’iniziativa che definisca un approccio continentale il problema dei calendari sportivi. Insomma il salva campionati sembra l’unica strada possibile.

(Gazzetta dello Sport)

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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