Damiano Tommasi

Damiano Tommasi, presidente dell’AIC (Associazione Italiana Calciatori) ha rilasciato un’intervista a Libero. Ecco le sue parole.

Quanto è concreta la possibilità di chiuderla qui? 
“Noi speriamo che ci siano le condizioni per tornare in campo, ma lunedì abbiamo affrontato perla prima volta questa prospettiva. E abbiamo detto che siamo pronti a fare la nostra parte per salvare il sistema”.

Se si riprende a porte chiuse ci saranno danni comunque. E servirà un sacrificio sugli stipendi…
“I calciatori sembra che siano l’unico costo… La verità è che lo stop alla stagione certifica una situazione: senza classifica non ci sono i bonus legati al risultato. In caso di ripresa, invece, bisognerà calcolare i danni per i club e le richieste ai calciatori. E se un giocatore ha già un accordo con un’altra squadra dal 1 luglio? Prolunga o cambia maglia? Sono temi da affrontare in fretta”.

La Juve ha raggiunto un accordo con i calciatori e l’Inter è pronta ad imitarla. Gli accordi individuali indeboliscono il sindacato?
“Il nostro lavoro, e quello delle Leghe, è cercare una soluzione condivisa. Gli accordi collettivi servono proprio a non creare contenziosi. Se la Juve ha trovato il sostegno della squadra, a noi va più che bene”.

Quali sono le condizioni minime per riprendere? 
“Innanzitutto deve esserci una prospettiva che oggi manca. Al momento le persone devono limitare i nostri spostamenti, perché dobbiamo far uscire di casa i calciatori? Per una stagione che non si sa se riprenderà? Non ha senso tornare in campo per “sperare”. Anzi, c’è il pericolo di altre positività che blocchino tutto. E bisogna capire gli effetti dell’infezione in idoneità sportiva: Pepe Reina ha confessato di essersi sentito mancare l’ossigeno per 25 minuti”.

Avete considerato dei paletti irrinunciabili? 
“Tre aspetti: 1) che l’emergenza sia finita, e ce lo auguriamo tutti. 2) Se si torna a giocare deve essere per portare a termine la stagione anche oltre il 30 giugno, perché mancano ancora tante partite. Scegliere a tavolino promossi e retrocessi è complicato, parliamo di investimenti importanti come per il caso del Benevento. 3) Si deve poter viaggiare in sicurezza, perché non è solo questione di allenarsi ma di muovere 50 persone due volte a settimana – i ritmi saranno quelli – in quella che oggi è zona rossa. E parlo per esperienza personale”.



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