Non è la prima volta, in questi giorni, che Francesco Totti parla a cuore aperto del suo amore per la Roma. A dieci mesi dall’addio ai colori di una vita evidentemente non c’è più tempo per il rancore, visto che l’ex capitano giallorosso si concede al massimo per una frecciatina quando, rivedendo le immagini della sua ultima partita, dice: «In quella passerella c’era gente che non avrei neppure salutato». Molto più soft quando parla di Spalletti («il primo un allenatore top, il secondo un altro tipo di persona»). Perché sbollita la rabbia, restano solo i ricordi. E i ricordi sono quelli di un uomo di quasi 44 anni che ha trascorso più di metà della sua vita nella Roma. Con la Roma e per la Roma.
Ecco perché durante l’ora in cui, da casa, si collega con Sky Sport, Francesco è se stesso. Ride – soprattutto quando ricorda l’amicizia con Del Piero -, si fa serio quando parla del suo nuovo lavoro («Quando parto, parto. Voglio lavorare con i giovani per trovare il nuovo Totti e ci riuscirò»), si diverte a parlare del legame con Federer a base di traduttore automatico e si emoziona quando parla del suo addio al calcio e alla Roma. In sintesi, momenti sparsi del Totti-pensiero: «Con tutto il rispetto per la scelta di De Rossi, anche io avrei voluto continuare a giocare, ma un anno o due lontano dalla Roma avrebbero cambiato tutta la mia storia. La Sampdoria poteva essere la mia squadra a vent’anni e a quaranta, Ferrero mi voleva a tutti i costi. Credo che si debba ripartire dalle origini, dai vivai, per quello voglio crescere i ragazzi della mia agenzia proprio come hanno cresciuto me».
Impossibile, tra le immagini di un derby e quelle di Inter-Roma, non parlare della Lazio del suo amico Inzaghi: «Uno dei migliori tecnici italiani, se allenasse un’altra squadra sarebbe ancora meglio. Da romanista, però, spero che la Lazio abbia un blackout prima possibile». Impossibile pure non parlare della Roma di Fonseca: «Una squadra che vive di alti e bassi, purtroppo siamo abituati a questi problemi. Fonseca è un grandissimo allenatore, una persona di cui tutti mi parlano bene, ad iniziare dai giocatori. Con alcuni innesti precisi voluti da lui, il prossimo anno possiamo fare un grande campionato». Possiamo? La domanda è dei giornalisti di Sky, ma è quella che, in quel momento, gli avrebbe fatto qualsiasi telespettatore. «Sì, possiamo – la risposta di Totti – . Perché io resterò sempre della Roma. Anche se sono fuori Trigoria, il mio cuore sarà sempre lì dentro». Occhi lucidi. I suoi e non solo.
(Gazzetta dello Sport)
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