“Siamo stati facili profeti, ma la cosa ovviamente non ci riempie di soddisfazione. Nel dicembre 2014 – quando il Consiglio Comunale di Roma accordò natura di interesse pubblico a quello che pudicamente veniva chiamato ‘Stadio della Romà ma che il buon senso avrebbe voluto fosse denominato ‘Speculazione di Tor di Vallè (visto che oltre l’80% delle volumetrie da realizzare nulla avrebbe avuto a che vedere con il mondo dello sport) – il WWF dimostrò che si sarebbe trattato di una operazione fallimentare per l’interesse pubblico, non solo inteso sotto il profilo economico ma anche sotto quello sociale, ambientale, territoriale e paesaggistico. Non eravamo soli. Con il declino della Giunta Marino molti attori del governo territoriale – Regione Lazio, dell’ATAC, del MIBACT, del Ministero Ambiente e di quello delle Infrastrutture – iniziarono ad evidenziare i diversi aspetti negativi di un progetto che collocava nel posto sbagliato un oggetto che, proprio per il fatto di essere collocato nel posto sbagliato, avrebbe comportato costi e trasformazioni urbanistiche assolutamente spropositati e sostanzialmente accollati a soggetti pubblici”. Così in una nota il WWf Lazio.
“E la Giunta Raggi ha avviato modifiche al progetto che palesemente non hanno avuto l’obiettivo di attenuarne concretamente gli impatti quanto quello di apparire ‘migliorè del precedente – si legge nel comunicato – Il progetto Tor di Valle appariva sempre più vacillante, e sinceramente avevamo sperato che la ragione prevalesse, sottovalutando la natura di lavacro che la Conferenza di Servizi può svolgere; si legge dalla stampa che tutti i partecipanti alla Conferenza di Servizi della scorsa settimana sono arrivati colmi di perplessità, ma che miracolosamente tutti i problemi sono in via di risoluzione, anche grazie ad un intervento del ministro Lotti, che ha offerto soldi pubblici per realizzare un ponte sul Tevere la cui utilità è interamente riconducibile alla soddisfazione di interessi privati. Nell’attesa di conoscere gli esiti di questo lavacro proponiamo ai cittadini tre riflessioni e una speranza. La prima riflessione riguarda il tentativo generalizzato delle forze politiche di portare il dibattito non sul merito della operazione Tor di Valle, bensì su uno sterile dibattito sulla preferibilità della ipotesi ‘Marinò oppure di quella ‘Raggì. Si tratta di una mera schermaglia politica; sotto il profilo sostanziale entrambe sono impresentabili, ed i nefasti impatti che avranno su ambiente, territorio e paesaggio sono del tutto analoghi. La seconda riflessione riguarda il ruolo delle Conferenze di Servizi, che dovrebbero essere dei momenti di confronto delle diversità di pareri dei vari soggetti istituzionali su determinate trasformazioni territoriali (e di diversità, nel caso di Tor di Valle, la cronaca ne riporta a bizzeffe) ma che, di converso, sempre più spesso si risolvono con una liturgia unanimista che pone un interrogativo importante; i soggetti istituzionali si incontrano per ricercare soluzioni tecniche ottimali oppure equilibri politici?. Le differenze tra i due approcci sono enormi. La terza riflessione è in realtà una impressione fortemente negativa, ovvero che attorno a Tor di Valle si stia giocando una partita elettorale inconfessabile; l’intervento del ministro Lotti, in tal senso, non fa che ampliare la platea degli aspiranti beneficiari. Si tratta di una partita che il WWF giudica molto miope; chi la gioca dovrebbe anzitutto porsi il problema dei costi – si è detto ambientali, territoriali, sociali e paesaggistici – che questa partita comporta, ed in seconda battuta considerare che la preoccupazione di accaparrarsi i votanti dovrebbe essere sostituita dalla preoccupazione del progressivo aumento dei cittadini che – saturi delle miserie politiche – non votano più. La speranza è che a Roma cessi il predominio del Mattone. Non è un obiettivo impossibile, ma certamente un obiettivo che potrà essere perseguito solo riconoscendo ed apprezzando le bellezze di questa città millenaria, e puntando a gestirla meglio piuttosto che ad ampliarla continuamente (bilancio di suolo zero). Molte associazioni e cittadini sono maturi per questo passaggio”.
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