Luciano Spalletti, allenatore dell’Inter, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro la sua ex Roma.
Questa sfida potrà essere decisiva nella corsa Champions?
“E’ ancora presto. Si sa che una gara così può darti entusiasmo e convinzione, ma ci sono troppe partite. Basta guardare la classifica di ogni anno a metà campionato e poi in fondo. Non sono determinanti nemmeno i dieci punti”.
E’ soddisfatto del mercato e di Rafinha?
“Sono sempre soddisfatto dell’operato dei nostri professionisti. Collaboro con loro 24 ore su 24, sono competenti e hanno qualità. Sono in sintonia con loro. Nel caso di Rafinha sta a noi fargli ritrovare la condizione, non il contrario. Si rischia altrimenti di mandare un messaggio distorto a chi ha pedalato qui ad Appiano fino a questo momento”.
Cosa dovete recuperare rispetto all’ultimo mese?
“Non credo che abbiamo perso molte cose. In alcune circostanze abbiamo fatto meglio, altre peggio, ma non ho visto sbalzi nei comportamenti se non in qualche frangente. In generale abbiamo lavorato nello stesso modo, sfruttando qualche situazione in più in alcune partite e in altre ci sono andate più di traverso. Dobbiamo solo continuare a lavorare nella maniera corretta, perché per diventare da titolo bisogna fare cose importanti. Anche durante la settimana bisogna lavorare in un certo modo. Siamo soddisfatti e contenti del nostro lavoro. Questa settimana abbiamo fatto molte cose e il risultato della partita si vedrà. Spesso lavorare giusto è più importante che lavorare duro. Noi abbiamo fatto entrambe le cose”.
All’andata contro la Roma si è vista una delle migliori Inter del campionato, con Joao Mario. Quella formazione del secondo tempo poteva essere la formazione tipo? Cosa è accaduto a Joao Mario?
“Diciamo che abbiamo avuto un buon equilibrio e ci sono girati bene alcuni episodi. Poi abbiamo pagato più avanti. Domani sarà vietato distrarsi, ci sono calciatori che risolvono la gara con qualsiasi episodio. Come perdi di vista la partita o esci dalla concentrazione del momento può accadere di tutto. E’ un po’ come scendere dallo Stelvio senza mani, dobbiamo tenere le mani salde sul manubrio. Joao Mario? Ha fatto delle buone prestazioni, quando l’ho messo in corsa ha fatto forse meglio che dall’inizio ma penso abbia dato il suo contributo ai risultati generali. Le posizioni in campo di ogni giocatore sono cose un po’ soggettive. Noi abbiamo la possibilità di vedere la squadra e abbiamo qualche dettaglio in più, ma anche osservando da fuori si può avere la soluzione”.
Cosa pensa della designazione di Massa?
“Massa è uno dei migliori arbitri che abbiamo, ha fatto in passato scelte misurate al millimetro. E’ stato al Var contro l’Udinese, lo abbiamo avuto con la Juventus dove c’è stata la mano di Benatia che per me non era rigore. Forse nel derby era al Var quando hanno annullato il gol di Ranocchia. Ha fatto bene il suo lavoro”.
Ha rivisto l’intensità in allenamento che secondo Icardi si era persa?
“Icardi è uno di quelli che quando gli presenti la difficoltà ti guarda, ti sorride e chiede quando si parte. Basta andargli dietro”
A mente fredda, la gestione di Totti dello scorso anno sarebbe fatta alla stessa maniera?
“Ci sono molti significati nella mia esperienza a Roma. Professionalmente mi porto dietro i risultati che non sono riuscito a fare. Nell’anno e mezzo fatto mi porto dietro 14 sconfitte, 82 gol subiti, i due derby persi. Una volta che non abbiamo vinto il campionato e una volta che siamo arrivati un punto dietro il Napoli. Nelle tre stagioni prima ho perso tre finali, ho subito cinque eliminazioni, tre derby persi, 49 sconfitte, 263 gol subiti. Me li porto dietro perché devo migliorare. Su Francesco vi firmo una risposta in bianco: scrivete quel che vi pare. Non sto a usare aggettivi perché li ho detti tutti. Allenandolo ti rendi conto del fenomeno che è stato. Per quanto riguarda i rapporti le complicazioni tra le persone sono le cose in sospeso, quelle non chiarite. Io a lui ho detto tutto. Mi sono comportato come mi dovevo comportare, secondo quel che è stato il giorno dopo giorno. Ed è chiaro che se lo incontrerò allo stadio lo saluterò, come farò con tutti gli altri calciatori. Ho passato con lui quasi sei stagioni. Lo abbraccerò come tutti. Ho passato con questi calciatori momenti bellissimi ed emozionanti, è come ritrovare gli amici d’infanzia. Sarà un piacere incontrarli sempre, perché non c’è solo il risultato della partita. Saranno molte altre cose. Accadrà lo stesso con quelli dell’Inter perché anche qui mi sto trovando benissimo”.
Il motto che aveva detto a Roma, “Se non vince me ne vado”, vale anche all’Inter oppure qui conta il fatto di essere all’inizio di un ciclo?
“Non penso sia la stessa situazione. Abbiamo iniziato un percorso, ci sono state delle complicazioni e ora stiamo continuando a fare le cose per migliorare. Durante la strada possono accadere delle cose, ma il mio contratto è di due anni e voglio lavorare per tutto questo periodo. Magari arrivando anche in Champions…”.
Dopo questa sosta, atipica, chi rischia di più tra Inter e Roma?
“Non vedo perché ci debba essere chi rischia di più o di meno. Questo dipende da ciò che ritieni siano i punti importanti. Penso sia una gara giocata alla pari come idea, perché loro sono forti e lo siamo anche noi. Sarà una partita ad armi pari, entrambe le squadre avranno bisogno di un risultato importante. La Roma ha passato un turno in Champions con Atletico Madrid e Chelsea, andando a fare la partita. Si vede il comportamento della squadra. Noi tenteremo di fare altrettanto, perché vogliamo attaccare la Roma, le nostre timidezze, le difficoltà che possono esserci nella partita. E poi qualche volta saremo costretti a difenderci, ma l’intenzione è andare di là ed è la stessa loro”.
Chi toglierebbe a Di Francesco?
“Questo non si fa perché vorrebbe dire togliere un giocatore a una rosa dove ce ne sono molti di calciatori forti. Come ce ne sono nell’Inter. Secondo me domani sarà una bella partita, con “garra”, durezza, reattività. Se poi ti volevi riferire a qualcuno”.
Un aggiornamento sulla posizione di Gabigol?
“Non è qualcosa che seguo. Non fa parte della mia scrivania, ci sono i direttori che fanno questo. Gli avevo consigliato di andare in prestito e documentarsi bene perché aveva bisogno di giocare. Mi spiace che le intenzioni non siano andate a buon fine, ma si passa da lì. Aveva bisogno di meritarsi partita dopo partita quella presentazione fatta quando è arrivato. Tornare indietro adesso sarebbe stato possibile se avesse fatto questo periodo da titolare evidenziando qualcosa. Tornare senza aver giocato mi fa restare della stessa idea: ha bisogno di giocare da titolare”.
Sono arrivati un difensore e un trequartista. Manca ancora qualcosa?
“No, è tutto a posto. Anche mia mamma è contenta… Abbiamo direttori di qualità e sono stati tempestivi a prendere due giocatori forti. Lisandro Lopez ha impostazione di quello che deve essere l’urlo del calciatore. Entra e comanda tutti, ha contrasto e forza quando entra sul pallone, oltre alla qualità. Rafinha lo conosciamo tutti, è chiaro che ha un periodo alle spalle di inoperosità. C’è da aspettare un po’ di tempo. Abbiamo recuperato Miranda e forse D’Ambrosio. Anche Ranocchia gli sta passando questo dolore alla schiena”.
Cancelo resta all’Inter?
“Sì perché ci vuole restare. Ogni tanto fa confusione perché i calciatori si fanno un po’ influenzare dai procuratori, ma sui calciatori decidiamo noi e siamo noi a decidere”.
Miranda e D’Ambrosio saranno convocati?
“Miranda è convocato, ha fatto tutta la settimana benissimo. D’Ambrosio ha fatto i primi allenamenti precauzionalmente, poi ha lavorato benissimo. I giocatori sono tutti convocati”.
C’è qualcuno dei calciatori che può dare qualcosa in più da qui a fine anno?
“Di solito tendo a pensare molte cose dei miei calciatori. E’ la storia del condizionamento. A seconda di come ne parli il calciatore ti guarda in un certo modo e poi quando ti dice che è più bravo non può dare meno del massimo. Io ho diversi calciatori che possono fare meglio, non uno solo. Sono un po’ dispiaciuto di non aver mai fatto giocare Dalbert perché ha tante qualità. Mi aspetto che Candreva rifaccia quanto ha fatto in precedenza perché ha qualità da vendere. Mi aspetto che Gagliardini completi le sue enormi qualità, perché ha resistenza, corsa, non te la dà mai vinto. Mi aspetto qualche miglioramento in fase di passaggio da lui. Sono tutte cose che possono avvenire e darci la soluzione per arrivare dove vogliamo”.
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